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UvA-DARE (Digital Academic Repository)
IL santuario di Satricum
Connessioni mediterranee riflesse nei suoi depositi votivi
Gnade, M.
Publication date
2016
Published in
Santuari mediterranei tra Oriente e Occidente
Link to publication
Citation for published version (APA):
Gnade, M. (2016). IL santuario di Satricum: Connessioni mediterranee riflesse nei suoi
depositi votivi. In A. Russo Tagliente, & F. Guarnieri (Eds.), Santuari mediterranei tra Oriente
e Occidente: Interazioni e contatti culturali: atti del Convegno Internazionale, Civitavecchia:
Roma, 2014 (pp. 73-80). Scienze e Lettere.
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SOPRINTENDENZA
.
ARCHEOLOGIA
DEL
LAZIO
E DELL'ETRURIA MERIDIONALE
PORT I
di
ROM A
LAZIO
Comitato tecnico-scientifico:
Alfonsina Russo Tagliente (Soprintendente per l 'Archeologia del Lazio e dell 'Etruria Meridionale); Alessandro Naso. (ISMA-CNR); Paolo Xella (ISMA-CNR); Leonor Pefia Chocarro (Escuela Espanola de Historia y Ar- queologia en Roma-CSIC)
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Musea Archeologico Nazionale di Civitavecchia: Teresa Varlese, Luana Crocetti, Maria Grazia De Florio, Teresa De Rosa, Mario Patrizi, Cristina Pellegrino, Annamaria Pieragostini, Orsola Ravetti
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Si ringraziano per la collaborazione:
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INDICE
PASQUALINO MONTI, Presentazione... .... IX
ALFONS INA Russo TAGLIENTE, Premessa... ... . ... .. . .. . . .. .. . .. .. XI
SANTUARI ETRUSCO-ITALICI
pp.
MARIO TORELLI, Anatomia di un santuario. Alle radici materiali degli scambi religiosi
mediterranei.: .. . .. . .. . .. . ... . . . . . . .. . ... .. . ... ... .. . ... .. . . . . .. . ... .. . .. . . . . . . . . . . . . . ... .. . ... . .. .. . . .. . . 3
LUCIO FIORINI, Il santuario emporico di Gravisca: nuovi dati da/le recenti campagne di
scavo... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 23 MARIA BONGHI JOVINO, Tarquinia. Il santuario dell'Ara de/la Regina: nuove scoperte e
proce ssi di interazione ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 33 GIOVANNA BAGNASCO GIANNI - MASSIMO CULTRARO - GIULIO MAURO FACCHETTI,
Tarquinia, contatti egeo-anatolici, nuovi apporti.: ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... .... 37 LUCIANA DRAGO - CLAUDIA ANTONETTI - STEFANIA DE VIDO - FILIPPO AVILIA, 'Culti
aniconici' in santuari etruschi e greci tra Tirreno ed Egeo... . .. . .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . . .. . .. 4 7
PAOLA AURINO - GELTRUDE B!ZZARRO - IRENE BRAGANTINI - LORENZO COSTANTINI - MARCELLA MANCUSI - DIANA SAVELLA - MONICA STANZIONE, Il santuario
settentrionale di Pontecagnano: gli spazi votivi e le offerte alimentari.: ... ... ... ... ... ... 59 MARIJKE GNADE, Il santuario di Satricum. Connessioni mediterranee riflesse nei suoi
depositi votivi... ... .. . .. . .. . .. . .. . . .. ... .. . .. . .. . ... . .. .. . .. . .. . .. . . .. .. . .. . .. . ... ... ... ... ... .. . .. . .. . .. .... 73 MADDALENA BASSANI - FRANCESCA GHEDINI, Santuari e acque curative: un primo
censimento nel/a penisola italica... ... ... ... .. . .. . .. . ... ... ... . .. ... ... ... .. . .. . . ... .. . .. . .. . ... .. . .. .. 81 GIORGIA Dr PAOLA- EDGARDO VANNI, Paesaggi sacri difrontiera e mobilità: alcuni spunti
dall 'Etruria settentrionale costiera... ... ... . .. . .. .. . ... . .. .. . .. . .. . ... .. . ... .. . . .. .. . .. . .. . . .. . 93 NUCCIA NEGRONI CATACCHIO - MASSIMO CARDOSA - MARCO ROMEO PITONE, L 'Etruria
de/le origini: il processo di form azione dei grandi santuari... ... .. . ... .. . ... .. . . .. .. . ... .. 105 MARIA DONATELLA GENTILI, Nuove ricerche sul/a divinità e il culto del tempio "Del
Manganello" a Cerveteri.: . . . . .. .. . . . . . .. . . . . . .. . .. . . .. . . .. . . . . .. . .. .. . .. . .. 115 FRANCESCA CECI - PAOLA DI SIL VlO - STEPHAN STEINGRÄBER, Santuari extraurbani
dell'Etruria rupestre tra Barbarano romano e Blera. I luoghi sacri in località La Nace
e La Lega... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 125 LAURA AMBROSINI, Le cosiddette "chiavi" metalliche dai santuari etruschi ed italici:
analisi del/a tipologia, funzione e diffusione.: . .. .. . . .. .. . . .. . . . .. . .. . .. . .. . . . . . . . .. . . .. . . . . . . . . . 131 HELGA DI GIUSEPPE, La ceramica a vernice nera e l'economia del tempia.: ... ... ... ... ... ... .... 143 FLA VIO ENE!, La ricerca subacquea nello specchio di mare antis tante il santuario di Pyrgi:
nuove scoperte e acquisizioni ... ... . .. ... ... ... .. . . .. .. . ... .. . .. . ... ... .. . ... . .. . .. ... .. . .. . ... ... . . . . . .. .. 157
MARIA GILDA BENEDETTINI - ANNA MARIA MORETTI SGUBINI, Il santuario capenate di 171 Feronia: la ripresa delle indagini .
FRANCESCO BELFIORI, Santuari centra italici e romanizzazione: valenze itinerarie e processi acculturativi ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... . 181 MIRELLA SERLORENZI - MARCO ARJZZA, La recente scoperta di una struttura temp/are sul
Quirina le... . . .. . . .. . . .. .. . . ... . . . . . . .. ... . . . . . .. . .. . . .. . .. . .. . . ... .. . . . . . 193 ROBERTO CEREGHINO - ALESSANDRA GHELLI - GIAMPAOLO LUGLIO, Santa Palomba.
Testimonianze di antic hi luoghi di cu lto... . . . .. . .. . .. . . .. . . .. . . ... . . . .. . 201
Poster
GIOVANNA RITA BELLINI - GIOVANNI MURRO - SIMON LUCA TRJGONA, Santuari delle acque nel Latium adiectum: il ruolo dei culti salutari nel/a strutturazione del territoria e
del/a viabilità attraverso i casi di Satricum volscorum, Aquinum, Interamna Lirenas,
Atina... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 209 SIMONA CAROSI, Il santuario di Campetti Nord a Veio. Alcune riflessioni sul regime delle
offerte e sul/a diffusione di elementi demetriaci nel culto... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 215
GIUSEPPINA GHINI - FRANCESCA DIOSONO, Diana nemorense: considerazioni dopa 25 anni
di ricerche... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219 GIUSEPPE LEPORE- MICHELE SJ LANI, Santuari e conquista militare: il caso di Sena Gallica 223 MARIA CRJSTINA MANCINI, La moneta degli dèi. Riflessi di economia nei santuari italico-
romani dell'area centro-adriatica.: 227
SONIA MODICA, 'In agro ardeati rem divinam facere solemus 'forme del culto e
paesaggio rurale nel territoria di Ardea... 233
GABRIELLA SABA TIN! - T!ZIANA CAPONI, Santuari italici del/a Sabina int erna... . . .. . . 239 TANJA VAN LOON, Votive gifts, ritual practice and society. A research project on the cult
place of Laghetto del Mons ignore (Campoverde, central-Italy)... 245
SANTUARI FENICI
JOSÉ-ÁNGEL ZAMORA, Autres rois, autre temple: la dynastie d'Eshmounazor et le
sanctuaire extra-urbain de Eshmoun à Sidon... 253
MARIA GIULIA AMADASI Guzzo, Il cu/to di Astarte nel/a documentazione epigrafica a
Malta e nel Mediterraneo.... .. . . .. . . . .. . . .. . . . . . . . . . .. .. . . .. . .. . . ... . .. .. . . . 263 VALENTINA MELCH!ORRJ, I santuari infantili a incinerazione del/a Sardegna. Una rassegna
preliminare... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 271 BEATRJCE LIETZ, Dalla Sicilia al Mediterraneo: l'Afrodite/Astarte di Erice... 283 ROSSANA DE SIMONE, Jdentità etniche e pratiche cultuali: il contributo delle fonti epigrafiche
fenicie e puniche... .. . . . .. . . .. . . ... . . .. .. . . .. . . . .. . . .. . . ... .. . . .. . . . ... . . .. . .. . . . .. . . . 293 MARJA CRUZ MARiN CEBALLOS, El santuario de Melqart en Gadir, dudas y certezas ... .. . . 299 ARTURO Rurz - MANUEL MOLINOS - MANUEL PÉREZ - ROSA FERNÁNDEZ - CARMEN
RUEDA, El santuario ibero de la Puerta del Sol... 309 SEBATIÁN CELESTINO PÉREZ - ESTHER RODRIGUEZ GONZÁLEZ, Il riflesso dell'architettura
fenicia in Tartesso... 321
JACOPO DE GROSSI MAZZORIN - CLAUDIA MINNITI, Studi sul sacrificio animale nel
Mediterraneo antico: alcuni contesti a confronto... ... ... ... .. . .. . ... ... ... . .. ... . . . .. . ... . .. ... ... 329
ANNA DEP ALMAS - CLAUDIO BULLA - GIOVANNA FUNDONI, J santuari nuragici: architettura,
organizzazione e funzione degli spazi ... .. . . .. . . .. . .. . .. . . . ... . .. . .. . . .. ... ... . . ... . 341
Poster
FRANCESCA BONZANO- ELISA GRASSI, Al di sotto def santuario: un ipogeo per Astarte?... 351 p AOLA CAVALIERE - DANILA PIACENTINI, Al servizio della divinità: il caso del santuario di
Astarte a Tas-Silg (Malta)... 355
FRANCESCA CECI - VITTORIO LAURO, La casa della divinità: la ricostruzione virtuale in 3d del tempio di Afrodite a Palaipahos (Cipro) sulla base della monetazione provinciale
romana. Una propos ta interpretativa ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... .... 359 MARIA LUISA CERDENO - EMILIO GAMO - IZARRA RODRIGUEZ-BILBAO - GRACIA
RODRIGUEZ-CADEROT - ISABEL BAQUEDANO, The ce/tiberian cave-shrine of Aguilar
de Anguita (Guadalajara, Spain)... . . . .. . ... ... ... . . . .. . .. . . .. ... . .. . . . .. 363
ANNA CHIARA FARISELLI - FEDERICA BOSCH! - MICHELE SILANI, Santuari costieri e
strutture di segnalazione nel Mediterraneo fenicio e punico: nuove indagini geofisiche
sul Capo San Marco (penisola del Sinis - Or)... 367
SARA LANCIA, Santuari "fenici" in Andalusia occidentale... 373
FLORINDA NOTARSTEFANO, La ceramica punico-maltese dagli scarichi votivi dell'area
Nord del santuario di Tas Silg (Malta)... 377
ELISA POMPIANU, Nuovi bronzi da Sulky (Sant 'Antioco - Sardegna) un santuario urbano
nella coloniafenicia... 383
CARMEN RUEDA - CARMEN RiSQUEZ, Transformaciones religiosas en los santuarios iberos
del Alto Guadalquivir: los cambios en la imagen votiva femenina (siglos JV-I a. C.) 389
SANTUARI GRECI E MAGNO-GRECI
GIOVANNA GRECO, Letture da un santuario di frontiera: il caso dell 'heraion alla foce del
Sele... 395
BIANCA FERRARA, Un hestiatorion nel santuario di Hera allafoce del Sele... 411
DIEGO ELIA - VALERIA MEIRANO, Il sacra e l 'acqua a Locri Epizefiri: osservazioni alla
luce delle scoperte recenti... . . 419
GIOVANNI MASTRONUZZI, Il santuario di Demetra ad Oria: dinamiche insediative e società
nella Messapia in età arcaica... ... ... .. . . .. ... . . .. . .. . . . ... . . ... . . . .. . . .. .. . . .. ... ... .. . .. . 435
FRANCESCA SPATAFORA, Forme di cu/toe processi di interazione nei santuari della Sicilia
occidentale: ideologia e cultura materiale... ... .. . .. . . .. . . . ... . . .. . . .. . . .. .. . . ... ... .. . . 449
VASSILIS ARAVANTINOS - MARGHERITA BONANNO ARAVANTINOS - KYRIAKI KALLIGA - MARCELLA PISANI, La scoperta di un thesmophorion e di un cu/to delle Charites(?) ad
Orchomenos (Beozia)... .. . . .. ... .. . . .. . . .. . .. .. . ... ... .. . ... ... . .. . . .. . . ... .. . . .. . .. .. . . 459
GIORGIO Rocco - LUIGI MARIA CALIO, La ricostruzione di un paesaggio architettonico e
religioso di età ellenistica: i santuari del porto di Kos... . . . ... . .. . . . .. . . .. . .. . .. . ... . .. ... .. . . 4 71
CHIARA MARIA MARCHETTI - VALERIA PARISI,] santuari di Saturo. Contesti, materiali e
forme rituali nel/a chora tarantina... . . 485
PAOLO CAPUTO - CRISTINA REGIS - CARLO RESCIGNO, Il limite sacro della città. Santuari
periurbani cumani... .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. .. . 499
Poster
MICAELA CANOPOLI, Il cu/to di Artemide in attica: il materiale votivo negli inventari
brauronii... .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. .. .. .. . .. . .. . .. . .. .. .. 513
GIULIA COLUGNA TI, Delfi: presenze pre-apollinee fra tradizioni mitiche e dati cultuali... 519
LILIAN DE ANGELO LAKY, La diffasione del culto di Zeus Olimpia tra le poleis nei secoli VI
e V a.C. Olimpia: ideologia aristocratica e formazione dell'identità greca... ... ... ... ... 523
CONSTANZE GRAML, Il cosiddetto santuario della dea Ecate nel ceramico di At ene... .. . . .. . 527
RITA SASSU, L 'iterazione dell'edificio temp/are nel santuario greco. Il caso dell'heraion
samio... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 531
SANTUARI NORD-AFRICAN!
GIOVANNI DISTEFANO, Cartagine. Demetra "peregrina sacra": un santuario greco nella
città punica?... 539
ALESSIA MISTRETTA, Aspetti della devozione e luoghi di cu/to in un emporia della
Tripolitania: il caso di Sabratha... ... .. . ... .. . .. . ... .. . .. . .. . ... .. . ... .. . .. . .. . .. . ... .. . .. . .. .. . 543
NICOLO MASTURZO, Da Sadrafa e Milk 'astart ·a Roma e Augusto. Santuario po/iade e
assetto imperiale a Leptis Magna... 557
OSCAR MEI,ll santuario di Apollo Apotropaios di Cirene... ... ... ... .. . ... .. .... .. . .. . .. . ... 571
OLIY A MENOZZI, Santuari rupestri nella chora di Cirene: incontro tra mondo libyo, greco e
romano... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 581
IL SANTUARIO DI SATRICUM.
CONNESSIONI MEDITERRA NEE RIFLESSE NEI SUOI DEPOSIT! VOTIVI
Marijke Gnade
Sin dall'inizio la ricerca archeologica a Satricum si è concentrata sul Santuario della dea Mater Matuta, !'unica dea finora archeologicamente attestata nel sito antico (Fig. 1). Il suo culto dominava !'area satricana e conobbe una lunga continuità espressa nei tre templi successivi, risalenti all'età arcaica e preceduti da una ca- panna dell' età del Ferro anch' essa probabilmente destinata a pratiche rituali 1• Tale straordinaria durata del cul to per piu di sei secoli è riflessa nelle tantissime offerte votive portate alla luce sia nell 'Ottocento sia negli scavi recenti, indicando nello stesso tempo la presenza attiva di moltissimi fedeli, di cui talvolta è possibile ricostrui- re la provenienza geografica grazie al tipo di dono votivo. L'esempio piu chiaro di dono che attesti l'identità dell' offeren te è offerto dalla coppa in bucchero
dalla forma particolare di produzione ceretana dell'ultimo quarto del VI secolo a.C. recante un'iscrizione etrusca che possiamo integrare perché presente anche su un esemplare completo proveniente dalla necropoli di Caere2 (Fig. 2). Molte sono le indicazioni sull'acropoli che te- stimoniano <lelie attività religiose. I livelli piu profondi all'intemo del complesso templare han- no infatti rivelato chiare tracce risalenti all' età del Ferro. Sono state trovate circa 30 buche o fosse, quattro <lelie quali si distinguono per la presenza al loro intemo di oggetti integri identificabili co- me offerte votive". Inoltre molte offerte votive sono state rinvenute nel cosiddetto strato di li- vellamento sottostante le fondazioni del Tempio 14. Gli oggetti hanno molto in comune con il contenuto del grande deposito votivo ( deposito I) trovato nell'Ottocento fra le stesse fondamenta dei temp Ii e in seguito completamente scavato". Tale deposito, comprendente oltre 20.000 ogget- ti, è il piu ricco rinvenuto in Italia centrale. Cor-
risponde cronologicamente alle due fasi piu an- Fig. I. Foto aerea dellefondazioni del primo e secondo tempio di Mater Ma-
tula (da est).
1
Ringrazio Martina Revello Lami che ha corretto I 'Italiano del presente articolo. Per un riassunto delle fasi consecutivi del complesso templare di Mater Matula, vedi Knoop, Lulof in Ca.Satricum 2007, pp. 32-36.
2
Peri frammenti della coppa satricana, si veda Colonna in CatSatricum 2007, pp. 194-195, con bibliografia; Colonna in Catl.azprimitivo 1976, pp. 374-375, cat.no. 128, tav. C.c (editio princeps), con bibliografia; Colonna in CatSatricum 1985, p. 176, cat.no. 342; Rix 1992, 18, La 3.1; CIE II, 2 (1996), 8, n. 8613, tav. III (M. Pandolfini Angeletti); Bagnasco Gianni 1996, 306-308, nn. 298-299; per la coppa di Cerveteri, Rizzo 200 I.
3
Vedi Heldring in CatAreaSacra 1985, pp. 123-126, sulle prime tracce di culto costituite dalle fosse votive nella vicinanza della capanna I sottostante le fondazioni del complesso templare di Mater Matula; Gizzi in CatAreaSacra 1985, pp. 138-146 sulla "piccola stipe"; Stobbe in CatSatricum 2007, pp. 24-26.
4
Vedi Heldring in CatAreaSacra 1985, pp. 127-137 sullo strato di livellamento.
5
Bamabei, Cozza 1896, pp. 29-31; vedi Colonna in Catl.azprimitivo 1976, pp. 328-333, tavv. LXXXVII-LXXXVIII, per la pubblicazio- ne di una selezione del materiale rinvenuto nel deposito; vedi anche CatSatricum 1982, pp. 75-107; CatSatricum 1986, pp. 97-117. Il de- posito è in corso di studio da Demetrius Waarsenburg il quale è anche responsabile per la sua pubblicazione.
Marijke Gnade
tiche del santuario della Mater Matuta, cioè quella della capanna templare e del cosiddetto "Ternpio 0" o sacello, successivo alla capanna e costruito in pietra.
Gli oggetti votivi piu caratteristici con- sistono in numerosissimi vasetti miniaturistici in una grande varietà di forme. Tra la ceramica di dimensioni normali si trovano vasi dim- pasto, importazioni greche, cioè vasi corinzi, ed imitazioni locali di queste (vasi italo-georne- trici), inoltre una notevole varietà di vasi di buc- chero, oltre ad una vastissima quantità di ce- ramica etrusco-corinzia. Chiaramente legati al- l'attività domestica di filatura sono le centinaia di fusi, rocchetti e pesi da telaio. Molto ben rappresentati sono gli oggetti in bronzo, quali omamenti di uso personale come le armille, i pendenti e soprattutto le fibule, di cui sono stati recuperati oltre 2.500 esemplari intatti. Un'altra categoria consiste nei manufatti in bronzo laminato, di forme esclusivamente riferibili al banchetto aristocratico: bacini, tripodi, brocche e coppe. Inoltre, migliaia di pezzetti
Fig. 2. Frammento de/le coppa in bucchero recante un'iscrizione etrusca.
informi di bronzo (aes rude) che fungevano da mezzo di pagamento.
In genere il carattere dei doni votivi è per lo piu locale nel senso che la quantità piu grande degli oggetti trova confronto nell'area laziale, essendo stati prodotti anche in quest'area. Va comunque sottolineato anche l'aspetto regionale che comprende !'area di Roma, Caere e Veio.
Della connessione con il mondo orientale - Assiria, Urartu ed Egitto - indubbiamente presente nei bron- zi dei corredi tombali principeschi del periodo IV A (710-675 a.C.) nella Necropoli Nordovest", non vi sono in- vece tracce nel deposito votivo come se tali esotici oggetti non fossero stati offerti in tale contesto oppure le ra- gioni di tale assenza vanno ricercate altrove. L'unico vero elemento esotico in questo periodo è rappresentato dalle importazioni protocorinzie che a Satricum si presentano in quantità notevole in confronto con gli altri een- tri laziali7.
Anche per la prima parte del periodo IVB (c. 650-625 a.C.) continua questa notevole rarità di tali esoti- che importazioni nel deposito. È vero che ei sono indicazioni nelle tombe di contatti con il mondo greco- orientale attraverso le figurine d'ambra, ma tale evidenza nel deposito votivo è magra e consiste solo in una dozzina di figurine in 'blue egiziano' nonché in due amuleti in osso del tipo Bes8.
Dalla fine del VII secolo (seconda metà del periodo IVB) la frequenza di attestazioni di oggetti esotici nel deposito sembra cambiare. Se da una parte le tombe non contengono piu importazioni dal mondo greco- orientale - sono totalmente assenti nei corredi nel Lazio - dall'altra parte i depositi votivi ora presentano ogget- ti difaience provenienti dal mondo greco-egiziano, piu specificatamente da Naukratis, nel delta del Nilo, dove nel VII e VI secolo si sviluppa una bottega di produzione di oggetti infaience. In una delle fosse votive indivi- duate negli strati sottostanti il futuro complesso templare sono stati rinvenuti uno scarabeo, un amuleto e circa 935 perline difaience9. Gli stessi scarabei sono presenti nel grande deposito votivo, insieme con un aryballos di
faience, perline difaience e pasta vitrea e una figura di Hapokrates'". Inoltre gli stessi scarabei, ma anche sta-
tuette di kouroi eseguite in avorio, sono state recuperate nello strato di livellamento, realizzato quando fu spia- nato il terreno attomo il Sacellum per creare un sottolivello di alloggiamento per il primo grande tempio 11.
6
Waarsenburg 1995 per la pubblicazione della Necropoli Nordovest.
7
Vedi Waarsenburg 1995, p. 220, nota 644; Colonna in Catl.azprimitivo 1976, pp. 330-331, tav. 87 B.
8
Waarsenburg 1995, pp. 412-459, tavv. 73-81 per le figurine d'ambra presenti nella tamba VI; Waarsenburg 1995, pp. 430-431 nn. 1130- 1132, pp. 455,460, tav. 78, per le figurine in 'blue egiziano'; CarSotricum 1985, n. 186; si veda anche Della Seta 1918, p. 291.
9
CatSatricum 2007, pp. 108-111 (buca votiva 8).
1
°
CatSatricum 1985, nn. 188-190; Della Seta I 918, pp. 290, 295; Hölbl 1979, p. I 06 (per la figura di Harpokrates), pp. I 64-173, Taff. 95-
97 per gli scarabei.
11
Heldring in CatAreaSacra 1985, pp. 127-137 sullo strata di livellamento. CatSatricum 2007, nn. 64-66 (scarabei), 63 (kouros d'avorio bianco miniaturistico), 79-80 (kouroi d'avorio bruno scuro miniaturistici).
Il santuario di Satricum. Connessioni mediterranee rijlesse nei suoi depositi votivi
Questi doni sono stati rinvenuti durante gli scavi recenti. La notevole presenza nel deposito di un numero al- uanto alto di aryballoi corinzi fa pensare ad un ruolo centrale di questa città nel commercio mediterraneo di \esto periodo (620-540 a.C.), responsabile nello stesso momento per le importazioni degli oggetti da Naukratis12. q A parte il deposito arcaico ubicato fra le fondazioni del complesso templare, gli scavi a Satricum hanno portato alla luce al tri due depositi, ambedue ubicati nelle vicinanze dell' edificio templare. Il cosiddetto deposito Il, situato a nord del complesso templare è stato recentemente scoperto':'. In termini cronologici, il deposito è considerato dagli scavatori come intermedio fra quello arcaico e quello cosiddetto ellenistico, posto di fronte al complesso e che presenten') tra poco. Il deposito II si trova in una lunga depressione 'naturale presso l 'angolo nordovest del Tempio e contiene una grande quantità di cerarnica che consiste principalmente di forme di uso quotidiano, come olle, scodelle, piatti e ciotole, databili tra l'inizio del Ve l'inizio del II secolo a.C. Da notare, per quanto riguarda i reperti del V e IV secolo, la sorniglianza con quelli provenienti dalle tombe volsche del V e IV secolo scavate negli anni ottanta e negli ultimi dieci anni 14. Il deposito è tra i piu grandi conosciuti di La- zio. Lo studio della stratificazione verticale ha permesso distinguere 12 strati nettamente separati tra loro che sono stati depositati in sequenza cronologica. Lo studio della stratificazione orizzontale ha rivelato come i primi reperti furono collocati intenzionalmente in situ in gruppi di vari oggetti (per un diametro di circa m 0,60) e iso- , lati dai gruppi circostanti da una zona lasciata vuota. Dopo il 375 a.C. tali gruppi di materiale contengono di solito molti vasi, alcuni frammenti di terracotta e oggetti non di ceramica (spesso di metallo). Come i gruppi di oggetti anteriori, anche questi erano chiaramente visibili come entità in sé, separati tra loro da aree con terra prive di concentrazioni di materiali. Il deposito è stato interpretato come una stipe votiva aperta o primaria. Ta- le interpretazione peró non è condivisa da tutti. È stato suggerito, ad esempio, di interpretare il complesso come un deposito di materiale scaricato nel quadro di una pulizia generale degli ambienti distrutti dell'acropoli dopo un lungo periodo di occupazione della città da parte dei Volsci15• Un argomento in favore di questa interpreta- zione è fomito dalla grande massa di circa 20.000 frammenti di tegole trovati frammisti nella terra di riempi- mento del deposito.
Comunque sia, è un dato di fatto che il deposito contiene il materiale che in questo periodo fu usato nella zona di Satricum stessa e nelle aree limitrofe. Pochi sono gli oggetti di importazione tra cui solo alcuni fram- menti di coppe a vemice nera databili al V secolo a.C. Come tale il deposito riflette chiaramente un periodo in cui pochi sono i contatti rintracciabili con il mondo estemo. Rimane perè discutibile se si tratti davvero del de- posito mancante che si cercava già nell'Ottocento'", cioè quello associato con l'ultimo grandioso Tempio II di stile greco del 500-480 a.C. Nello stesso tempo, ei si potrebbe anche chiedere se tale deposito sepolto sia mai esistito. Come sappiamo dalle fonti scritte e come è diventato palese grazie agli scavi archeologici degli ultimi tre decenni, Satricum è stata al centro delle attività belliche fra i Romani, i Latini ed i Volsci durante il periodo della costruzione del Tempio II. Anche se manca la prova archeologica della distruzione del complesso templa- re sull'acropoli, ei sono molte altre indicazioni che la città come tale mutava aspetto nella situazione caotica causata da queste attività. Ciè risulta nella sua parziale distruzione come evidente nell'area urbana ed in una destinazione nuova dell'allora area abitata, in cui vengono installate almeno tre necropoli volsche. Una di que- ste necropoli è stata messa in evidenza sull'acropoli il che indica probabilmente che il complesso templare non veniva piu utilizzato". Addirittura, la necropoli recentemente scoperta nell'area settentrionale di Poggio dei Cavallari, viene direttamente impiantata sopra i ruderi della grande strada centrale che portava al Santuario in- terrompendo dunque l'asse viario verso il tempio". Tutto ció sembra indicare che il nuovo e grandioso tempio abbia conosciuto solo un breve periodo di uso, e questo potrebbe essere il motivo dell'assenza di un vero pro- prio deposito votivo. È possibile che le offerte votive relative al Tempio II fossero ancora stivate nel tempio stesso quando fu messo fuori uso oppure in un edifico specifico oggi non piu riconoscibile.
12
13 CatSatricum 1985, nn. 103-112 sul materiale corinzio nel deposito votivo. 14 Bouma 1996.
15 Gnade 1992 per la Necropoli Sudovest; Ead. 2009; Ead. 2011; Ead. 2012; Ead. 2014a. 16 G_nade 2002, sull'interpretazione del deposito votivo Il.
17 Si veda Bamabei 1896, p. IOI; Bamabei, Mengarelli 1896, p. 193. 18 Per la necropoli sull'acropoli vedi Maaskant-Kleibrink 1992, pp. 101-105.
Gnade 2009; Ead. 2011; Ead. 2012; Ead. 2014a.
M arijke Gnade
sembrano rivelare un carattere anti- quario. Infatti dallo studio di tali cor- redi risulta chiaro che quasi tutto il materiale greco importato fra cui cop- pe del tipo castulo, uno skpyhos. a ei- vetta, ma anche un' anf ora laconica della seconda metà del VI secolo, po- trebbe essere stato riutilizzato come offerta funeraria.". Ció è anche deducibile dagli oggetti recanti fori di re- stauro e dallo stato lacunoso di alcuni vasi. Che il riuso secondario di materiale considerato pregiato nei corredi funerari sia un costume della popolazione sepolta in questa necropoli, potrebbe trovare ulteriore conferrna nella presenza di un aryballos antico in uno dei corredi databile al IV secolo'". Anche in questo caso l'oggetto quasi sicuramente proviene da un altro contesto, o tombale o votivo. Questa ipotesi di un 'prestito' da parte dei nuovi abitanti di Satricum porta, a mio avviso, nuova luce sulla questione del deposito mancante connesso con il grandioso ultimo tempio della città.
Il terzo deposito votivo a Satricum, il cosiddetto deposito votivo ellenistico anche chiamato deposito III, fu scoperto alla fine dell'Ottocento22 (Fig. 3). Il disegno della fossa circolare che conteneva i doni votivi è stato inserito nelle piantine dei vecchi scavi. La ricca raccolta dei suoi reperti fu portata al Museo di Villa Giulia. Contrariamente a quello arcaico, peró, il deposito fu scavato solo parzialmente. Sembra che siano stati raccolti in questo periodo specialmente gli oggetti piu belli e meglio conservati deposti in una zona specifica del depo- sito. Tale analisi è stata resa possibile grazie ad un riscavo del deposito da parte dell'équipe olandese durante quattro campagne alla fine degli anni Ottanta (1986-1990). Da questi scavi è risultato che la fossa circolare esi- steva già da qualche secolo prima che vi fossero riposti gli oggetti votivi. La funzione originaria era probabil- mente quella di cistema risalente all'età di Ferro coincidente alla costruzione del sacello, cioè la metà del VII secolo a.C.23
A partire dalla fine del III secolo a.C. la cistema, orrnai fuori uso, fu riutilizzata come deposito votivo. L'intemo della buca fu prima svuotato e ripulito accuratamente fino al fondo di terra sterile prima di riporvi le migliaia di oggetti misti alla terra scura. Risulta anche chiaro che dopo la pulizia lo spazio fu diviso in tre com- partimenti prima di venire utilizzato, divisi da altrettanti muretti fatti di blocchi di tufo. Questa suddivisione dimostra che vi era intenzione di depositare gli oggetti secondo una scansione temporale o per tipo. Lo scavo piu profondo del 1896, quello anche piu proficuo, fu fatto propria a nord del muro centrale, nella parte che, in base all'analisi stratigrafica, fu messa in uso per prima. Gli oggetti piu belli e meglio conservati furono deposti
Fig. 3. Foto aerea del deposito va/ivo III.
In ogni caso, chiare indicazioni di attività religiose avvenute durante il breve periodo di uso del nuovo tempio potrebbero essere fomite dai tanti framrnenti di ceramica attica trovati sporadicamente negli strati superiori dell' acropoli opp ure negli strati di riempimento del deposito votivo III ubicato di fronte al tempio'". A ció si aggiunge la presenza di alcuni vasi di provenienza greca nelle stesse tombe volsche del V e IV secolo a. C. che
19
Il totale dei frammenti di ceramica attica trovati sporadicamente negli strati superiori dell'acropoli arriva finora a una quindicina circa, vedi Stibbe 1980, p. 131, tav. 48; Ginge 1988, p. 226, nn. 18-23, 25-33, fig. 2. Oltre questi frammenti databili nell'ultirno quarto del VI secolo a.C., ei sono stati trovati anche dei frammenti di un cratere attico a figure rosse con raffigurazione di Eracle sul rogo, trovati già nel 1896-1898 e conservato frammentariamente nel magazzino del Musea di Villa Giulia (inv. 11688), Stibbe 1981, p. 307 con bibliografia, tav. 59; vedi anche il frammento di un cratere attico (1985-P827) pubblicato nel CatSatricum 2007, n. 77.
20
Gnade 2011; Ead. 2012; Ead. 2014a.
21
Gnade 2014a, p. 147.
22
Bamabei 1896, pp. 99-100; Bamabei, Mengarelli 1896, pp. 191-193.
23
Held.ring in CatSatricum 2007.
JI santuario di Satricum. Connessioni mediterranee riflesse nei suoi depositi votivi
Fig. 4. Grande skyphos con dedica sovraddipinta a Mater Matula (320-280 a. C.)
in prevalenza in questa zona e in seguito scelti per es- sere portati a Roma dove furono esposti al Museo di Villa Giulia. Le altre zone contengono piu che altro piccoli oggetti e frammenti, molti dei quali sono ora esposti nell'istituendo museo a Satricum.
Per quanto riguarda la datazione occorre dire che gli oggetti votivi coprono un periodo che va dalla fine del V secolo, al IV e tutte il III secolo a.C. La ragione dietro la creazione di questo deposito votivo non è chiara. Forse esiste una relazione con la caduta di un fulmine che, come fu riportato da Livio, avreb- be colpito il tempio nel 207 a.C.24. Per quanto riguar- da il carattere generale dei doni votivi presenti nella stipe, è chiaro che siamo di fronte ad una nuova fase di vita del santuario. Primo di tutto è necessario men- zionare il vaso con il nome di Mater Matuta che è sta- to trovato proprio in questo deposito (Fig. 4). Tale va- so illustra bene quanto detto prima. Appartiene infatti alla classe di ceramica a vemice nera che costituisce gran parte del materiale presente nel deposito, consi- stente in ca. 1250 pezzi. Già nel 1986 se ne erano tro- vati alcuni frammenti sporadici nello strato disturbato e ributtato nella fossa dai prirni scavatori. Nel 1989, fu rinvenuta la base di questo vaso in uno strato anco- ra indisturbato25. Il vaso, un grande skyphos databile fra 320-280 a.C. è molto interessante perché non solo porta il nome di Mater Matuta sovraddipinto che conferma infatti per la prima volta l'identificazione della dea venerata nel santuario ma anche perché questa iscrizione è in lingua greca. Interessante inoltre il fatto che si tratti di una formula latina che è stata tradotta in lingua greca, il che dà spazio a vari ipotesi sulla provenienza del dedicante. Secondo una delle ipotesi, il vaso sarebbe stato dedicato dal suo produttore di origine apula che si era trasferito nel Lazio per lavorare in una bottega in o nelle vicinanze di Satricum.
La ceramica a vemice nera con 1250 pezzi costituisce la piu grande collezione di ceramica nel deposi- to26. Ci sono 23 forme diverse tra cui prevalgono le scodelle, piatti e kylikes", In totale ei sono 290 vasi con decorazione stampigliata, quasi tutte scodelle del tipo 'echinus'. Per quanto riguarda gli stampigli, esiste una grande varietà, spesso si tratta di stampigli unici, ma la palmetta e la rosetta sono i motivi piu frequenti.
A parte la ceramica a vemice nera che costituisce una delle classi di materiale piu rappresentata nel de- posito votivo III, il resto del materiale rinvenuto è composto principalmente da offerte votive in terracotta fra cui statuette, parti anatorniche, teste votive, bambine in fasce, animali, frutta e modellini di templi". Infine, pesi di telaio, rocchetti e fuseruole, doni associati con i culti di fertilità a motivo del loro collegamento con il mondo fernminile.
Un gruppo di statuette di terracotta che merita piu attenzione è quello dei cosiddetti idoli prirnitivi pre- senti in ca. 15 esemplari in una grande varietà di personaggi maschili e femrninili29. Le statuette si dividono in due gruppi: quelli prodotti a mano in argilla grezza con confronti diretti nel mondo indigeno, cioè nei depositi
24 L.
25 IV., Ab urbe condita, XXVII, 11,2.
26 Nonnis 1991-1992, pp. 225-234; Colonna in CatSatricum 2007, pp. 98 e 196, n. 638 27 La ceramica a vemice nera è attualmente in corso di studio da Muriel Louwaard.
Per una scelta della ceramica a vernice nera, vedi CatSatricum 1982, pp. 126-131; CatSatricum 1985, nn. 256-261; CatSatricum 2007, ~- 510-531.
Per una scelta <lelie offerte di terracotta, vedi CatSatricum 1982, pp. 109-126; CatSatricum 1985, nn. 262-322; CatSatricum 2007, nn. 360-502
29 ..
Vedi CatSatricum 1985, n. 324; CatSatricum 2007, nn. 444-448.
Marijke Gnade
votivi di Cassino e quelli della Campania settentriona- le, fra i quali Mintumo e quelli prodotti al tomio in ar- gilla di color arancio, spesso con tracce di ingubbiatura rossa (Fig. 5). Quest'ultimo gruppo puó essere consi- derato esotico per il fatto che è confrontabile con le fi- gurine "a bottiglia" che conosciamo dal mondo punico. Il gruppo presente nel deposito votivo satricano indub- biamente dimostra aspetti iconografici come anche det- tagli specifici nell' esecuzione che collegano le statuette ai prodotti punici. Sembrano perè prodotti a Satricum stessa, come confermato dalla presenza di una classe di scodelle ad ingubbiatura rossa fabbricate nello stesso tipo di argilla. Le cosiddette red slipped bowls, presenti in 258 esemplari, sono finora conosciute prevalentemen- te da Satricum, sia dal deposito votivo sia dalle tombe volsche nelle quali sono frequentemente attestate".
Fra la ceramica è necessario menzionare ancora la classe della cosiddetta ceramica argentata con ca.
100 esemplari'". Quest'ultimo tipo di ceramica prodot- to in vari centri dell'Etruria di solito è trovato solo in contesti funerari. Tale classe, fra cui un askos miniaturi- stica'", è presente in una varietà di forme benché frammentarie, fra cui oinochoai, hydriae, anfore/aryballoi in miniatura, situle e skyphoi. In genere, il carattere dei doni votivi nel deposito III è per lo piu locale, nel senso che la quantità piu grande degli oggetti trova confronto nell'area etrusco-laziale, essendo stati prodotti anche in quest'area. Va comunque sottolineata anche la relazione con le aree meridionali visibile nella ceramica di pro- duzione Gnatia, la ceramica sovraddipinta e la ceramica a stampigli. Anche un collegamento con il mondo pu- nico è peró presente. Assieme alle figurine di terracotta sopra menzionate che riflettono in ogni probabilità i contatti punici, c'è un ultimo gruppo di materiale che conferma questo contatto culturale. Si tratta dei vasi pie- coli di pasta vitrea dei quali sono stati trovati durante gli scavi recenti ca. 139 frammenti appartenenti ad alaba-
stra (74 frammenti), amphoriskoi (9 frr.), hydriskoi (9 frr.), aryballoi (2 frr.) e oinochoai (13 frr.). Inoltre sono
stati rinvenuti almeno 8 vaghi. Come nel caso del resto del materiale proveniente dal deposito, gli esemplari completi sono stati recuperati nell'Ottocento e portati al Museo di Villa Giulia33. Una prima analisi chimica
condotta su undici campioni ha rivelato una probabile provenienza del mondo levantino. Ulteriori analisi chi- miche sono previste.
In conclusione, la lunga vita del santuario della dea Mater Matuta si riflette in una enorme quantità di oggetti votivi, che sottolineano la grande popolarità del culto. Ció nonostante, colpisce che questa popolarità si manifesti in particolar modo nel mondo centro-italico con estensioni verso Etruria, Campania e Puglia. Dal- l'altra parte, abbiamo visto che ei sono anche evidenze di contatti con il mondo estemo alla penisola italiana. Nel VII secolo, ad esempio, tali contatti sono testimoniati dalla presenza di importazioni protocorinzie rinvenu- te nella prima stipe votiva, piu numerose a Satricum rispetto agli altri centri laziali. Va inoltre sottolineata la presenza di un numero alquanto alto di aryballoi corinzi anche nel periodo successivo. La frequenza di prodotti corinzi potrebbe essere spiegato pensando al ruolo centrale svolto da Corinto nel commercio mediterraneo in questo periodo, che sarebbe anche all'origine delle importazioni a Satricum di oggetti provenienti da Naukratis, probabilmente interpretabili come merci d'accompagno che "viaggiano assieme" a quelle corinzie.
Per quanto riguarda la prima fase di vita dell'ultimo tempio è chiaro che, come illustrato nel caso del de- posito intermedia, ei manchino ancora molte informazioni, che potrebbero disegnare un quadro diverso. Anche se il materiale votivo associato con questo tempio non si trova piu nel suo contesto originale perché frammenta- to e sparso oppure riutilizzato come offerte funerarie, in questo periodo sembra delinearsi comunque un forte
Fig. 5. Testa di uno dei cosiddetii idoli primitivi di terraco/la rinve- nuti nel deposito votivo III.
30
Steures in Gnade 1992 per la classe di scodelle ad ingubbiatura rossa nella Necropoli Sudovest.
31
Per la classe vedi Michetti 2003.
32
Vedi CatSatricum 2007, n. 532.
33
Vedi CatSatricum 1985, n. 255.
Il santuario di Satricum. Connessioni mediterranee rif/esse nei suoi depositi votivi
collegamento con il mondo greco che si riflette nel edificio templare stesso per quanto conceme sia la sua ar- chitettura sia la decorazione fittile. Bisogna capire se ei si trovi di fronte in questo caso a contati diretti oppure,
iû verosimile, indiretti attraverso il grande mondo greco dell 'Italia meridionale.
p Per quanto riguarda il periodo ellenistico in cui si assiste ad una grande ripresa del culto testimoniato dai tantissimi oggetti votivi sepolti nel deposito III, sembra possibile seguire le stesse linee interpretative. Sono in- fatti chiari i contatti con il mondo centro-italico come anche con Etruria e le zone meridionali dalla Campania e Puglia. Inoltre si manifestano in questo periodo nuovi scambi culturali con il mondo punico, ma anche in que- sto caso il contatto sembra essere avvenuto in modo indiretto. Come già nel VII secolo, si tratta anche ora di oggetti di piccole dimensioni come i vasetti in pasta vitrea che possono essere arrivati a Satricum sempre come merci d'accompagno.
Sembra dunque assai verosimile che il culto latino di Mater Matuta fosse popolare solo nel mondo lati- no, dove la dimora della dea venne costantemente abbellita e adattata alle mode correnti, magari seguendo ten- denze intemazionali visto I'aspetto grecizzante dell'ultimo edificio templare, ma il numero dei fedeli prove- nienti da quei mondi esotici rimase sempre comunque modesto.
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