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Author: Pisanti, Renato
Title: Beyond the job demand control (-support) model : explaining stress reactions in nurses
Date: 2012-06-19
213 Summary in Italian
215 Riassunto
Gli infermieri sono soggetti a rischio di stress e burnout. La natura e l'organizzazione del lavoro rendono la professione infermieristica intrinsecamente difficile. La ricerca evidenzia che le dimensioni psicosociali, quali le richieste e le risorse lavorative, influenzano il benessere e lo stress sul lavoro. Gli studi descritti nella presente tesi si focalizzano sulle relazioni tra stressor lavorativi e le risorse sul posto di lavoro operazionalizzate secondo il modello Domanda-Controllo e Sostegno Sociale, da un lato, e le ripercussioni sul distress degli infermieri (burnout, disturbi psico-somatici, e diminuita soddisfazione lavorativa) dall’altro.
Il modello Domanda /Controllo/Sostegno sociale (DCS, Karasek e Theorell, 19901) si basa su tre fattori chiave: le richieste lavorative o la domanda (job demands), ossia la percezione dell’insieme delle caratteristiche stressogene lavorative (es. la pressione temporale, l’ambiguità di ruolo, etc); la percezione di controllo, (job control) vale a dire la percezione di discrezionalità nell’organizzare il proprio lavoro (decision authority), anche attraverso differenti modalità (skill variety), e il sostegno sociale, che si riferisce alla sensazione di far parte di una rete costituita da legami affettivamente appaganti all’interno dell’organizzazione e di poter contare su relazioni di reciproco aiuto da parte di colleghi e supervisori. Secondo il modello, la percezione di alte richieste, basso controllo e basso sostegno sociale sono particolarmente nocive per il benessere psicologico di chi lavora (ipotesi additiva; main effects). Inoltre, secondo il modello, sia il controllo che il sostegno sociale agiscono da moderatori (buffer effects) degli effetti deleteri delle richieste lavorative sul benessere psicologico. Nel capitolo 1 della presente tesi sono descritti cinque quesiti in grado di ampliare la comprensione del modello Domanda/Controllo/Sostegno sociale. Più in particolare:
(1) oltre le dimensioni del modello, qual è il contributo delle variabili organizzative sul benessere e sul distress psicologico? (2) La mancanza di supporto empirico per le ipotesi moderatrici (buffer) del modello potrebbe essere attribuibile all'uso di scale generali per misurare le dimensioni del modello DCS? (3) La terza questione riguarda la validità del modello DCS in diversi paesi. Le assunzioni del modello sono generalizzabili nei diversi contesti nazionali? (4) Qual è il ruolo delle variabili inerenti l’individuo nelle relazioni tra le dimensioni psico-sociali, da un lato, e il benessere psicologico e il distress, dall’altro? (5) Il quinto quesito riguarda gli effetti longitudinali delle dimensioni psicosociali del modello DCS su un costrutto specifico di stress psicologico. Quali sono gli effetti delle fluttuazioni temporali delle dimensioni del modello DCS sulle variazioni di ciascun indicatore del burnout?
Tali questioni sono state affrontate dettagliatamente nei Capitoli 2-7 e i principali risultati sono
sintetizzati di seguito.
Risultati
I Questione. Il contributo delle variabili organizzative sul benessere e sul distress psicologico. Nel capitolo 3 abbiamo esaminato in due gruppi di infermieri (italiano e olandese) come e in quale misura le variabili organizzative del modello “Tripod” sulla sicurezza lavorativa siano in grado di incidere indipendentemente rispetto alle dimensioni del modello DCS sul benessere/distress psicologico. Secondo il modello “Tripod” le cause degli infortuni sul luogo di lavoro non sono eventi casuali, ma sono provocati da precursori psicologici (ad esempio: atteggiamenti, aspettative, motivazioni, stati affettivi).
Questi, a loro volta, sono causati da dimensioni disfunzionali del contesto organizzativo, ad esempio la carenza di personale, il dover lavorare con attrezzature scadenti, etc. Nel nostro studio abbiamo considerato come variabili organizzative disfunzionali: la qualità della remunerazione economica, la percezione che nell’organizzazione vi sia un adeguato numero di dipendenti, il rispetto delle norme procedurali e la qualità delle risorse materiali dell’organizzazione. Dopo aver valutato il ruolo delle variabili del modello DCS, abbiamo trovato che le variabili organizzative predicono porzioni significative di varianza nella spiegazione del benessere e del distress.
II Questione. La mancanza di sostegno per le ipotesi “buffer” potrebbe essere dovuta all’utilizzo di misure generali
delle dimensioni del modello DCS ? In letteratura diversi autori hanno suggerito che misure maggiormente
occupation-specific dovrebbero essere sviluppate per valutare adeguatamente gli effetti “buffer” assunti dal
modello DCS. Per esaminare le assunzioni del modello DCS, nei capitoli 3, 5, 6 e 7 è stata utilizzata una
misura sviluppata con lo scopo di valutare le specifiche dimensioni psico-sociali del lavoro degli
infermieri. Abbiamo trovato, tuttavia, un supporto limitato per ipotesi “buffer”. Questo risultato è in linea
con i risultati della rassegna presentata nel capitolo 3. Abbiamo esaminato 43 studi che hanno preso in
esame le ipotesi del modello DCS in relazione al benessere e al disagio psicologico in popolazioni di
infermieri, e pubblicati in riviste internazionali tra il 1979 e il 2010 (inclusi). L'analisi effettuata dimostra
che l’ipotesi additiva è stata più intensamente investigata rispetto alle ipotesi buffer; inoltre i risultati hanno
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