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'È cambiato tutto eppure mi sembra tutto molto familiare': l'antifascismo rinarrato attraverso il personaggio Pertini nel New Italian Epic

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‘È cambiato

tutto eppure

mi sembra tutto

molto familiare’

L’antifascismo rinarrato attraverso il personaggio Pertini

nel New Italian Epic

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[in copertina: Stamboulis & Costantini, Pertini fra le nuvole, p. 7]

‘È cambiato tutto eppure mi sembra tutto molto familiare’:

l’antifascismo rinarrato attraverso il personaggio Pertini nel New Italian Epic

Rachelle Melanie Gloudemans

numero di matricola: 10192042 Tesi di laurea in MA Literary Studies - Italian

rachelle.gloudemans@gmail.com Relatrice: M.B. Urban

Università di Amsterdam Correlatore: R.M. de Rooij

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Indice

Introduzione 7

Parte 1: Pertini, protagonista del New Italian Epic

Capitolo 1: Forme narrative del New Italian Epic: il ritorno alla Storia 14 1.1 La nuova letteratura dell’impegno fra Storia e microstorie 14 1.2 UNO: la fiction fra reportage storico, metaletteratura 20 e (auto)biografia

1.3 Il graphic novel italiano come forma narrativa 26

Capitolo 2: Il protagonista Pertini 31 2.1 Alla ricerca dell’eroe perduto: Pertini come eroe epico 31 2.1.1 La ricostruzione dell’immagine di Pertini 36 2.2 Da Charlie Brown ad Astérix: Pertini nel 40 Bildungsroman 2.0

Parte 2: Pertini, simbolo dell’antifascismo

Capitolo 3: La rinarrazione dell’antifascismo 50 3.1 La rivalutazione della memoria antifascista 53 3.2 I simboli rimossi della Resistenza 57 3.3 La rifascistizzazione del fascismo 63

Capitolo 4: L’antifascismo nell’era del New Italian Epic 73 4.1 Fascismo e antifascismo: due concetti ricorrenti 74 4.2 ‘Io, il nemico, lo combatto quando è vivo’ 82

Conclusione 91

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Introduzione

Gli occhiali prominenti, una pipa in bocca, un bel vestito a tre pezzi con cravatta oppure la maglia azzurra dei mondiali di calcio dell’82: sembra piuttosto facile caratterizzare il vecchio presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il simpatico presidente Pertini, in carica dal 1978 al 1985, vive comunemente nella memoria degli italiani attraverso i momenti più significativi a cui assisteva da capo dello Stato: si ricordano i funerali di Enrico Berlinguer, il trionfo dell’Italia ai mondiali in Spagna, il terremoto dell’Irpinia, i suoi messaggi di fine anno. Ciononostante, l’affascinante ‘nonnetto con la pipa’ ha rivestito tanti ruoli diversi; prima di diventare a ottantadue anni ‘il presidente amato da tutti gli italiani,’ Pertini fu un giovane socialista, un ufficiale dell’esercito nella Prima guerra mondiale, un esiliato in Francia, a Ponza e a Ventotene durante il Ventennio fascista, un condannato a morte, un partigiano e soprattutto un’antifascista convinto e militante. Alessandro Pertini, nato il 25 settembre 1896 a San Giovanni di Stella nella provincia di Savona, sembra essere dotato di tutte le qualità del protagonista di un romanzo di avventura.

Sandro Pertini interpreta in effetti il ruolo di protagonista in due opere del 2014, che però non sono romanzi di avventura in senso classico. Nel graphic novel Pertini fra le nuvole (BeccoGiallo, 2014) di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, Pertini si mette nei panni - e non solo in modo retorico - dei più famosi personaggi della tradizione fumettistica. Il ‘romanzo a fumetti’ presenta Pertini sia come personaggio storico che come narratore della fiction: accompagnato dal personaggio di Andrea Pazienza, il fumettista italiano che disegnò il presidente già negli anni Ottanta per la rivista satirica Il Male, Pertini ripercorre la sua vita da socialista e antifascista. Da ciò emerge una narrazione autobiografica che commenta la Storia italiana del secolo scorso attraverso delle rappresentazioni grafiche e dei riferimenti intertestuali.1

Il combattente. Come si diventa Pertini (Rizzoli, 2014) è invece l’opera di Giancarlo de Cataldo in cui lo scrittore riflette sulla caratterizzazione storica e letteraria

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di Sandro Pertini. La narrazione segue il processo di scrittura di uno sceneggiato - un film per la televisione - sulla vita di Pertini, mentre il personaggio-autore cerca di legare quella vita di importanza storica alla sua realtà contemporanea. Così si intrecciano la narrazione della vita di Pertini e la storia famigliare dello scrittore, le avventurose vicende del partigiano e la metaletteratura, e infine il passato storico, le preoccupazioni del presente e le speranze per il futuro.2

Il tentativo di caratterizzare Sandro Pertini come personaggio della fiction si dimostra in realtà più difficoltoso di quanto inizialmente appariva: non solo perché Pertini ha avuto una vita complessa in cui ha interpretato dei ruoli diversi, ma soprattutto perché la sua memoria pubblica come figura chiave dell’antifascismo e della Resistenza è divisa. Non a caso osserva John Foot (2016), quando spiega la popolarità di Pertini come presidente, che ‘in order to become universal, Pertini’s past had to be forgotten.’3

Siccome cercano invece di commemorare Pertini, le due opere dimostrano i meccanismi della ‘memoria culturale’ come categoria della memoria collettiva, descritta da Aleida Assmann (1999) e elaborata da Ann Rigney (2005): a differenza della ‘memoria politica’ top-down, che ha insistito per la dimenticanza del passato di Pertini, la variante culturale media fra la conoscenza storica attiva e quella finora rimossa (o ‘archiviata’).4

Con il tentativo di ridimensionare la storia di Pertini, le opere passano inevitabilmente tra la memoria rimossa degli episodi più controversi del Ventesimo secolo ed entrano di conseguenza nella ‘guerra della memoria’; il termine introdotto da Filippo Focardi (2005) per intendere il dibattito sociopolitico sulla memoria della Resistenza e della Prima Repubblica, divisa fra le memorie antifasciste e revisioniste.5

2 Giancarlo De Cataldo, Il Combattente. Come si diventa Pertini, Milano: Rizzoli 2014.

3 John Foot, ‘How Italian Football Creates Italians: The 1982 World Cup, the “Pertini Myth” and Italian

National Identity, in: The International Journal of the History of Sport, no. 3 (2016), p. 13.

4 Aleida Assman, Errinnerungsräume: Formen und Wandlungen des kulturellen Gedächtnisses. München:

Beck 1999; Ann Rigney, ‘Plenitude, Scarcity and Cultural Memory, in: Journal of European Studies, no. 1 (2005), pp. 11-28. Si veda anche: Aleida Assman, ‘Memory, Individual and Collective’, in: Robert Goodin e Charles Tilly (a cura di), The Oxford Handbook of Contextual Political Analysis, Oxford: Oxford University Press 2006, pp. 210-224.

5 Filippo Focardi, La Guerra della memoria: La Resistenza nel dibattito politico italiano dal 1945 a oggi,

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Lo sforzo di dimenticare il passato antifascista di Pertini fa parte di un sintomo più generale e ricorrente dell’Italia repubblicana che non riesce a fare i conti con la propria Storia, di cui la ‘guerra della memoria’ è stata la conseguenza. Focardi (2016) richiama l’idea di una ‘cultura di compensazione,’ in cui ogni tentativo di appropriazione della narrazione storica da parte della Sinistra politica viene seguito da un controtentativo della Destra - e viceversa - e in cui l’oblio si nasconde dietro la facciata di una memoria condivisa.6 La ‘guerra della memoria’ sembra avere inizio nei

primi anni Novanta: gli studiosi, tra gli altri Gianpasquale Santomassimo (2001), Sergio Luzzatto (2004) e Claudio Pavone (2005), attribuiscono alla sparizione del comunismo come attore politico e difensore storico dei valori antifascisti, e alla formazione dei partiti di Destra post-fascisti dopo il 1992, la causa di una ‘crisi dell’antifascismo.’7 La

caduta in discredito della legittimazione politica dell’antifascismo lascia spazio a una revisione della narrazione storica su cui si è basata la Repubblica fin dall’immediato dopoguerra. Bisogna enfatizzare, in linea con Stéfanie Prezioso (2016), che la revisione della memoria del passato è un processo costante di rivalutazione dei dogmi, mentre il revisionismo storico come sorge negli anni Novanta va inteso invece come la propagazione di una nuova serie di narrazioni che elimina l’interpretazione precedente della Storia.8 Emerge quindi un revisionismo anti-antifascista, sostanziato da storici

come Renzo De Felice (1995) ed Ernesto Galli della Loggia (1996), che fino ad oggi

6 Filippo Focardi, ‘Antifascism and the Resistance: Public Debate and Politics of Mmeory in Italy from the

1990s to the Present’, in: Hugo Garcia et. al. (a cura di), Rethinking Antifascism: History, Memory and

Politics, 1922 to the Present, New York: Berghan Books 2016, pp. 268-269.

7 Gianpasquale Santomassimo, ‘La memoria pubblica dell’antifascismo’, in: Italia Contemporanea, no. 225

(2001), pp. 1-19; Sergio Luzzatto, La crisi dell’antifascismo, Torino: Einaudi 2005; Claudio Pavone, ‘Negazioni, rimozioni, revisionismi: storia o politica?’, in: Enzo Collotti (a cura di), Fascismo e antifascismo:

Remozioni, revisioni, negazioni, Roma-Bari: Laterza 2000, pp. 15-42.

8 Stéfanie Prezioso, ‘Did Revisionism Win? Italy between Loss of Historical Consciousness and Nostalgia

for the Past’, trad. Gabriel Ash, in: Hugo Garcia et. al. (a cura di), Rethinking Antifascism: History, Memory

and Politics, 1922 to the Present, New York: Berghan Books 2016, pp. 241-242. Per l’etimologia del termine

‘revisionismo’ si veda per esempio: Bruno Bongiovanni, ‘Revisionismo: storia e antistoria di una parola’, in:

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mette in dubbio la memoria della Resistenza e influenza di conseguenza il modo in cui viene ricordato Sandro Pertini.9

Ci ricorda Philip Cooke (2014) che la crisi politica dell’antifascismo costringe i difensori dei valori antifascisti a ritrovarsi in altri spazi della società.10 Senza

dimenticare le forze politiche e le iniziative sociali che non hanno mai rinunciato ai valori antifascisti, si può supporre che l’antifascismo si ritiri nell’ambito della cultura, legandosi ai movimenti letterari e cinematografici antifascisti del Secondo dopoguerra, e che le due opere su Pertini siano degli esempi del fatto che il revisionismo storico trova resistenza anche - o soprattutto - nell’ambito letterario. 11 In questa tesi si utilizza

allora il termine ‘antifascismo culturale’ per intendere l’atteggiamento ideologico, non legato ai movimenti politici specifici e non necessariamente derivato dalla lotta storica dei partigiani, ma espresso in campo letterario e artistico contro delle forze considerate oppressive nella società contemporanea.

La preoccupazione culturale per l’eco del passato nel presente si riflette a partire dagli anni Novanta nel ‘memory boom’, descritto da Aleida Assmann (2006) per intendere l’interesse crescente per la rivalutazione e la rivendicazione delle memorie rimosse in vari angoli della società, ed emerge inoltre dal dibattito che circonda il fenomeno del New Italian Epic.12 Nel volume del Journal of Romance Studies (2010)

dedicato a quest’ipotesi letteraria, Marco Amici sostiene che il New Italian Epic ‘proposes a repositioning of literature at the centre of the social life of a community’,

9 Filippo Focardi, ‘Antifascism and the Resistance’, cit., p. 259.Si veda per esempio: Renzo de Felice, Rosso

e nero, a cura di Pasquale Chessa, Milano: Baldini e Castoldi 1995, Ernesto Galli della Loggia, La morte della patria. La crisi dell’idea di nazione tra Resistenza, antifascismo e Repubblica, Roma-Bari: Laterza 1996.

L’idea di una narrazione anti-antifascista viene sostenuta da molti studiosi, tra cui: Andrea Mammone, ‘A Daily Revision of the Past: Fascism, Anti-Fascism, and Memory in Contemporary Italy’, in: Modern Italy, no. 2 (2006), pp. 211-226; e Sergio Luzzatto, La crisi dell’antifascismo, cit.

10 Cooke fa riferimento all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e ad alcune iniziative

frammentate di ultra-Sinistra che diffondono un messaggio antifascista attraverso i nuovi media; Philip Cooke, ‘The Spaces of Anti-Fascism in Italy Today’, in: Andrea Mammone, Ercole Giap Parini e Giuseppe Veltri (a cura di), The Routledge Handbook of Contemporary Italy: History, politics, society, New York: Routledge 2014, pp. 316-326.

11 Fra questi bisogna ricordare l’atteggiamento politico dei presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

(1999-2006) e Giorgio Napolitano (2006-2015): Filippo Focardi, ‘Antifascism and the Resistance’, cit., pp. 269-270.

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mentre Claudia Boscolo osserva che ‘the role of fiction in this process [di riflessione sul proprio passato, ed.] arises from the sense that the Italian mass media have failed to fulfil their duty of providing transparent information on Italian politics and social issues.’13 Nel Memorandum 3.0 (2009), Wu Ming delinea le caratteristiche del New

Italian Epic che favoriscono il rapporto fra la letteratura e la società, fra cui il rifiuto del tono distaccato postmoderno, l’attitudine popolare della letteratura e la confusione dei generi da cui emergono degli ‘oggetti narrativi non-identificati’ (UNO).14 Alla luce di

tale chiave interpretativa, si ipotizza che nelle due opere si manifestino delle tecniche espressive che coincidono con le caratteristiche descritte da Wu Ming per la letteratura del New Italian Epic.15

La morte di Sandro Pertini nel 1990 potrebbe simboleggiare il preludio alla conclusione di un’epoca: il vecchio presidente non ha vissuto la caduta della Prima Repubblica, la ‘crisi dell’antifascismo’ e l’era del New Italian Epic. Pertini sembra ormai appartenere al passato a cui Sergio Luzzatto ha cinicamente confinato anche il fascismo e l’antifascismo, insinuando che essi ‘non sembrano più dover coinvolgere le nuove generazioni.’16 Si presume però che l’antifascismo culturale e il New Italian Epic

dimostrano l’urgenza di uno sguardo critico sulla narrazione del passato e sembra che ormai lo spazio più adatto per conservare, creare o rinarrare la memoria di Sandro Pertini sia la fiction. Attraverso un’analisi delle potenzialità allegoriche di Pertini fra le nuvole, la presente tesi cerca di interpretare perciò come Sandro Pertini viene ricordato nell’era del New Italian Epic, e soprattutto come il graphic novel contribuisce alla rinarrazione dell’antifascismo nella cultura contemporanea.17

13 Marco Amici, ‘Urgency and visions of the New Italian Epic’, in: Journal of Romance Studies, no. 1 (2010),

p. 15; Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, in: Journal of Romance Studies, no. 1 (2010), p. 20; nello stesso volume si veda anche Monica Jansen, ‘Laboratory NIE: mutations in progress’, in: Journal

of Romance Studies, no. 1 (2010), pp. 97-109; e Dimitri Chimenti, ‘Unidentified narrative objects: notes for

a rhetorical typology’, in: Journal of Romance Studies, no. 1 (2010), pp. 37-49.

14 Wu Ming, New Italian Epic: Letterature, sguardo obliquo, ritorno al futuro, Torino: Einaudi 2009, pp.

22-26, 32-34, 41-44.

15 Ibid., p. 19.

16 Sergio Luzzatto, La crisi dell’antifascismo, cit., p. 5.

17 In questa tesi si utilizza il termine ‘rinarrazione’ dell’antifascismo per enfatizzare che si tratta di una

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Le somiglianze fra il graphic novel Pertini fra le nuvole e il romanzo Il combattente non si limitano al contenuto, ma sono anche di carattere formale: tutte e due le opere si occupano del personaggio Pertini attraverso una forma di autobiografia. Tuttavia, poiché un confronto fra le due opere non è l’obbiettivo di questa ricerca, l’analisi si concentra in particolare sul graphic novel di Stamboulis e Costantini, mentre il romanzo di De Cataldo, che utilizza dei metodi simili per rappresentare il personaggio Pertini al fine di parlare dell’antifascismo, serve invece per sostenere l’interpretazione proposta in questa ricerca.

Siccome nel graphic novel si intrecciano in maniera profonda la forma e il contenuto, questa ricerca è strutturata in modo tale che il personaggio di Pertini fa da filo conduttore alle due linee di analisi proposte.18 Nella prima parte di questa ricerca si

considerano le modalità con cui Sandro Pertini viene rappresentato come personaggio finzionale. Il primo capitolo si incentra perciò sulla domanda come Pertini fra le nuvole si rapporta al fenomeno del New Italian Epic, inteso come ‘a reaction to the current state of Italian society.’19 Si focalizza sulle caratteristiche formali dell’opera,

esplorando il rapporto con la Storia e la memoria, il problema del genere letterario e il graphic novel italiano come forma narrativa. Nel secondo capitolo si presenta un’analisi della rappresentazione del personaggio di Sandro Pertini, prendendo in considerazione le caratteristiche particolari per l’eroe del New Italian Epic, la decostruzione dello stereotipo e gli effetti dell’intertestualità. Una volta delineate le caratteristiche del personaggio, si può analizzare la sua funzione nel paradigma politico-culturale dell’antifascismo. Nella seconda parte della ricerca il personaggio Pertini funziona da filo conduttore per l’analisi della ricostruzione dei valori dell’antifascismo nell’opera, chiedendosi nel terzo capitolo come l’antifascismo culturale viene relazionato alle

di Terry Eagleton: ‘All literary works, in other words, are ‘rewritten’, if only unconsciously, by the societies which read them’, in: Terry Eagleton, Literary Theory: an introduction [2nd ed.], Minneapolis: University of Minnesota Press 1996, p. 11.

18 Hillary Chute delinea il carattere ibrido della duplice traccia parola-immagine, inerente al genere del graphic

novel, in: Hillary Chute, ‘Comics as Literature? Reading Graphic Narrative’, in: PMLA, no. 2 (2008), pp. 452-465.

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critiche del revisionismo, alla narrazione della Resistenza e al fascismo come movimento antagonista. Nell’ultimo capitolo si cerca infine di interpretare come e perché Pertini fra le nuvole porta la rilevanza dell’antifascismo al nostro tempo, considerandolo un esempio resistenziale che riguarda la società e la cultura contemporanea. Da tutto ciò dovrebbe emergere un’idea di come il graphic novel contribuisce alla memoria collettiva di Sandro Pertini e dell’antifascismo e come si manifesta di conseguenza nella ‘guerra della memoria.’

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1. Forme narrative del New Italian Epic: il ritorno alla Storia

Quando, come e perché si riprende un personaggio storico per trasformarlo in un’opera letteraria? Il combattente e Pertini fra le nuvole sono stati pubblicati a breve distanza, nel 2014. Ciò vuol dire che ben ventiquattro anni dopo la sua morte, e centodiciotto anni dopo la sua nascita, Sandro Pertini torna in due opere che presentano un reportage sulla sua vita, sullo sfondo di un mezzo secolo di Storia italiana. Siccome nel fenomeno del New Italian Epic si riconosce una preoccupazione con la narrazione della Storia, il movimento letterario potrebbe fornire il quadro teorico per rispondere alle domande quando, come e perché rinarrare la storia di Pertini. In questo capitolo si cerca perciò di collegare Pertini fra le nuvole al fenomeno del New Italian Epic in base alle ipotesi avanzate da Wu Ming. Si considera in primo luogo il modo in cui il graphic novel tende a rappresentare la Storia come soggetto letterario che riguarda ancora il presente. Nel secondo paragrafo tale ritorno alla Storia verrà analizzato in termini di genere, considerando la mescolanza di generi e stili come tecnica narrativa peculiare della nuova letteratura dell’impegno. Infine si cerca di interpretare il rapporto particolare fra il New Italian Epic e il graphic novel italiano, proponendo Pertini fra le nuvole come caso esemplare di questo movimento letterario.

1.1 La nuova letteratura dell’impegno fra Storia e microstorie

Il rifiuto del ‘tono distaccato e gelidamente ironico’ della letteratura postmoderna è per Wu Ming il tratto distintivo della narrativa del New Italian Epic.20 L’atteggiamento

distaccato del postmodernismo letterario sembra essere stato il risultato della convinzione derridiana che la parola, in quanto segno letterario, non è in grado di riferirsi a fenomeni oltre i confini del testo stesso, per cui il racconto della Storia è a priori una rappresentazione falsa e ironica.21 Serpil Opperman propone una lettura che

20 Wu Ming, New Italian Epic, cit., p. 23.

21 Nonostante teorizzata in un altro campo di studi letterari, la critica sulla teoria postmoderna di Jacques

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compromette l’ironia postmoderna e dalla quale emerge un approccio conscio alla falsità rappresentativa, senza però escludere del tutto la possibilità di rappresentare la Storia.22 Il fenomeno del New Italian Epic risponde a tale interpretazione in quanto,

diversamente dai colleghi postmoderni, si riconosce negli scrittori NIE una rinnovata fiducia nelle possibilità significative della parola scritta, quale mezzo per ristabilire il rapporto fra la letteratura e la società.23 A tale proposito spiega Giancarlo de Cataldo:

‘[Il narratore, ed.] Racconta una storia, fa circolare delle idee e la forza della narrazione, la forza della metafora, è appunto quella. Un narratore attraverso la memoria deve insegnare qualcosa, non può fare tabula rasa di tutto quello che ha nel proprio passato. Anche se siamo un popolo con scarsa memoria, non è vero che gli autori italiani non fanno i conti con la storia. È possibile scrivere una storia del nostro rapporto con la storia.’24

La citazione di Giancarlo de Cataldo è esemplare per la rinnovata fiducia nella letteratura ed enfatizza in effetti la possibilità di un ruolo illustrativo per la letteratura nei dibattiti sociopolitici sulla Storia e la memoria. De Cataldo allude implicitamente a un nuovo ‘patto’ fra l’autore e il lettore, da Wu Ming definito come un ‘rapporto telepatico’, in cui l’autore spinge il lettore verso un’interpretazione attiva della narrazione.25 Infatti, come conclude anche Claudia Boscolo, il New Italian Epic ‘can be

considered as a tool which enables the contemporary Italian reader to take an active part in the construction of meaning within a society that has progressively forgotten how to interpret its own history.’26

Dalla preoccupazione del New Italian Epic con il racconto della realtà e con la ricostruzione di temi e personaggi storici emerge il tentativo di creare una nuova forma

somiglianze con il fenomeno del New Italian Epic, in: Serpil Opperman, ‘Theorizing Ecocriticism: Toward a Postmodern Ecocritical Practice’, in: ISLE, no. 2 (2006), p. 112.

22 Ibid., pp. 112-113.

23 Wu Ming, New Italian Epic, cit., pp. 22-24; Marco Amici, ‘Urgency and visions of the New Italian Epic’,

cit., p. 15.

24 Pierpaolo Antonello e Alan O’Leary, ‘Sotto il segno della metafora: Una conversazione con Giancarlo De

Cataldo’, in: The Italianist, no. 27 (2009), p. 364.

25 Wu Ming, New Italian Epic, cit. pp. 21-22.

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di letteratura dell’impegno, che si avvicina alla società attraverso le capacità interpretative del lettore.27 Il New Italian Epic entra perciò inevitabilmente nell’ambito

della memoria collettiva e della mitopoiesi, intesa come la creazione e la riformulazione di narrazioni storiche dotate di un carico simbolico.28 Siccome la complessità di tale

carico simbolico permette la reinterpretazione continua della narrazione storica da parte del lettore individuale, il New Italian Epic si muove dentro la ‘memoria culturale’, come definita da Aleida Assmann: non crea una narrazione storica assoluta, ma esplora la tensione fra ciò che è ricordato e ciò che è stato rimosso.29 La mitopoiesi del New Italian

Epic condivide inoltre con il concetto di ‘contro-memoria’, descritto da Ann Rigney, il tentativo di rispondere a una scarsità di memoria in quanto funziona da contrappeso alla normalizzazione dell’informazione propagata dalla politica e dai media, cercando invece di offrire un’interpretazione alternativa della Storia.30 Così si trova all’interno

del New Italian Epic un corpus ampio di opere, in cui si collocano Pertini fra le nuvole e Il combattente, che cercano di reinterpretare il Ventennio fascista e la Resistenza e di riattivarne la memoria.31

La narrazione della vita di Sandro Pertini, come proposta da Stamboulis e Costantini e da De Cataldo nelle rispettive opere, è esemplare per la mitopoiesi che propone un’immagine alternativa della Storia. John Foot sostiene che il mito che circonda Sandro Pertini sia stato costruito già all’epoca con la massima cautela da Pertini stesso e i suoi consulenti.32 L’effetto di tale costruzione è stato l’imposizione di

una ‘memoria politica’ omogenea che, nonostante i riferimenti alla Resistenza, ha

27 Marco Mongelli, ‘Il reale in finzione. L’Ibridazione di fiction e non-fiction nella letteratura contemporanea’,

in: Ticontre. Teoria Testo Traduzione, no. 4 (2015), pp. 165-166.

28 Marco Amici, ‘Urgency and visions of the New Italian Epic’, cit., p. 9; Claudia Boscolo, ‘The idea of epic

and New Italian Epic’, cit., p. 19.

29 Aleida Assmann, ‘Memory, Individual and Collective’, cit., pp. 220-221.

30 Ann Rigney, Plenitude, Scarcity and Cultural Memory, cit., p. 13; Marco Amici, ‘La narrazione come

mitopoiesi secondo Wu Ming’, in: Bollettino di Italianistica. Rivista di critica, storia letteraria, filologia e

linguistica, no. 1 (2006), p. 14.

31 Fra tanti altri esempi si ricorda Il tempo migliore della nostra vita di Antonio Scurati (Bompiani, 2015),

che ha un approccio strutturale simile a Il combattente, in cui si alternano la Storia e le microstorie.

32 John Foot, ‘How Italian Football Creates Italians’, cit., p. 9; Per un’analisi della retorica e dei simboli che

circondano Pertini come presidente si veda anche: Philip Cooke, The Legacy of the Italian Resistance, New York: Palgrave Macmillan 2011, pp. 127-132.

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fissato nella memoria collettiva l’immagine di Pertini come il ‘nonnetto presidente.’33

Al momento della scrittura della fiction, Pertini è quindi un personaggio stereotipo il cui mito deve essere decostruito per poter trascendere lo status quo da rappresentazione del passato: a tale scopo, le due opere esaminano la narrazione esistente in modo critico, analizzandone le incongruenze con le memorie antifasciste.34 La reinterpretazione del

mito di Pertini svela perciò una tensione fra la ‘memoria politica’ e la ‘memoria culturale’, in quanto l’ultima contesta la lettura omogenea della Storia proposta dalla prima.35 Allo scopo di intervenire sulla mitopoiesi e attivare la memoria rimossa di

Pertini, ambedue le opere partono da una situazione in un presente finzionale, che funziona da quadro per la decostruzione passo dopo passo del mito del personaggio, scoprendone le origini tramite dei flashback.36 Così le opere creano un’allegoria

metastorica che dà al lettore molteplici possibilità interpretative in cui Pertini potrebbe funzionare sia da simbolo del passato che da esempio attuale.37 Questo tipo di

decostruzione - e conseguente ricostruzione - del mito di Pertini enfatizza, in linea con il ragionamento di Marco Amici, che la mitopoiesi come intervento culturale è, oltre ad un atto memoriale, anche un atto etico e politico che riguarda il presente.38

Dall’idea che la mitopoiesi del New Italian Epic riafferma e attualizza la memoria dell’antifascismo, in questo caso attraverso la decostruzione del personaggio Pertini, si deduce la possibilità di un antifascismo culturale inteso ‘come categoria

33 La ‘memoria politica’ come imposizione top-down che cerca di propagare delle narrazioni storiche unitarie

è stata definita in: Aleida Assmann, ‘Memory, Individual and Collective’, cit., pp. 215-220.

34 La lettura decostruttivista delle opere è oltre lo scopo di questa ricerca. In questa tesi si interpreta invece il

termine ‘decostruzione’ di Derrida in modo libero, non più per intendere l’analisi del testo stesso, ma utilizzandolo per enfatizzare la pratica retroattiva di esaminare - o smascherare - in modo critico la costruzione narrativa del passato di Sandro Pertini.

35 Aleida Assmann, ‘Memory, Individual and Collective’, cit., pp. 220-221.

36 L’uso della narrazione a cornice come tecnica narrative verrà approfondito nel secondo paragrafo di questo

capitolo, mentre la ricostruzione del personaggio verrà elaborata nel secondo capitolo.

37 Si segue qui l’interpretazione di Marco Amici: ‘The use of metahistorical allegory, in other words, is

intended not to direct the reader towards specific events in the present through the description of other particular circumstances in the past, but rather, to expand and complicate the interpretative possibilities of the narration.’ in: Marco Amici, ‘Urgency and visions of the New Italian Epic’, cit., p. 9.

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ideologica e come posizione culturale.’39 Il concetto trascende i movimenti politici e

‘postula una posizione resistenziale nell’affrontare il dibattito politico’, spingendo il lettore a creare dei significati che riguardano sia il passato rimosso che la società contemporanea. 40 A questo proposito suggerisce Giacomo Manzoli che l’impegno del

New Italian Epic sia, come reazione diretta alla situazione politica in cui nasce, a priori ‘un’impegno di matrice antifascista, del tutto privo di intenzioni egemoniche, che ricerca una relazione forte, di stampo passionale ed emotivo, con la materia trattata.’41

Nonostante che il New Italian Epic conosca altre categorie di impegno, l’antifascismo culturale potrebbe essere considerato un prodotto della nuova fiducia nella forza etica e politica della narrazione.42

L’atteggiamento ‘passionale ed emotivo’, osservato da Manzoli, è una delle risposte del New Italian Epic al tono freddo e ironico del postmodernismo e coincide spesso con il racconto dell’esperienza personale. Di ciò è esemplare l’alternanza fra il racconto della Storia e la microstoria, che sembra riflettere i meccanismi della memoria culturale poiché compromette il carattere omogeneo della Storia come concetto assoluto e garantisce la possibilità di varie tracce interpretative.43 Per di più, Raffaele

Donnarumma sostiene che la microstoria vada interpretata come metafora per l’esperienza collettiva che rassicura il lettore della sua inclusione nella Storia.44 Tanti

romanzi del New Italian Epic presentano a tale scopo un io narrante il cui nome

39 Vito Zagarrio, ‘I vinti e i redenti. Cinema & antifascismo in Italia’, in: Vito Zagarrio (a cura di), Cinema e

Storia 2015, Cinema e antifascismo: alla ricerca di un epos nazionale, Soveria Mannelli: Rubettino 2015, p.

135.

40 Ibid., p. 133.

41 Giacomo Manzoli, ‘Postmodern antifascismo’, in: Vito Zagarrio (a cura di), Cinema e Storia 2015, Cinema

e antifascismo: alla ricerca di un epos nazionale, Soveria Mannelli: Rubettino 2015, p. 117.

42 Per esempio, Raffaele Donnaruma sostiene al contrario che l’impegno sociopolitico del New Italian Epic

‘non assume forme partitiche o, più in generale, ideologiche.’ in: Raffaele Donnarumma, ‘Nuovi realismi e persistenze postmoderne: narratori italiani di oggi’, in: Allegoria, nr. 57 (2008), p. 43.

43 Aleida Assmann, ‘Memory, Individual and Collective’, cit., p. 221; Assmann aggiunge che la possibilità di

coesistenza di varie storie alternative è anche una conseguenza del ‘memory boom’ negli anni Novanta, in cui si è visto sorgere l’interesse culturale per la memoria, perché si ha rinunciato all’autorità dello storico professionale e di conseguenza della Storia assoluta, in: Aleida Assmann, ‘Re-framing memory. Between individual and collective forms of constructing the past’, in: Karin Tilmans, Frank van Vree e Jay Winter (a cura di), Performing the Past; Memory, History, and Identity in Modern Europe, Amsterdam: Amsterdam University Press 2010, p. 39.

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corrisponde al nome dell’autore.45 Nell’epilogo di Pertini fra le nuvole si presentano

infatti dei personaggi che rappresentano gli autori, ma l’intreccio fra la microstoria personale e la Storia comune riguarda soprattutto l’inquadratura del racconto del narratore Pertini come microstoria autobiografica: invece di far parte del racconto della Storia comune, la storia di Pertini viene qui presentata come esperienza soggettiva. Tale tecnica emerge anche da Il combattente, in cui l’io narrante lega la sua microstoria a quella di Pertini:

‘Il fatto è che per me affrontare Pertini non significa soltanto tuffarmi in una storia appassionante. C’è qualcosa di più personale che mi lega a questo eroe normale e, soprattutto, al suo essere stato, tenacemente, per tutta la vita, un convinto socialista. È qualcosa che ha a che vedere con le mie radici più profonde. Per dirla tutta, se penso a Pertini non posso fare a meno di pensare a mio padre.’46

Entrando nel mito di Pertini, gli autori stabiliscono la loro posizione ideologica e cercano di mediare un rapporto fra l’antifascismo e il lettore.47 L’alternanza fra Storia e

microstoria è perciò una tecnica narrativa che aiuta a sottrarre Pertini e i suoi valori antifascisti all’isolamento del passato e a farlo agire come personaggio nella società contemporanea.

Quando il narratore de Il combattente dice che ‘affrontare Pertini non significa soltanto tuffarmi in una storia’, si riferisce quindi anche al fatto che nell’era del New Italian Epic la letteratura si occupa della ‘memoria culturale’ e che la riformulazione del mito di Pertini ha perciò due obiettivi: è prima di tutto un atto memoriale che cerca di riaffermare i valori incarnati dalla figura storica di Pertini, ma è anche un mezzo per spingere a una riflessione etica e politica sulla società di oggi.48

45 Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, cit., p. 22; Boscolo menziona per esempio Dies

irae di Giuseppe Genna (Rizzoli, 2006) e Gomorra di Roberto Saviano (Mondadori, 2006).

46 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit. p. 19.

47 Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, cit., p. 22.

48 Maria Bonaria Urban descrive lo stesso duplice obiettivo nella sua analisi di Dove finisce Roma di Paola

Soriga (Einaudi, 2012), in: Maria Bonaria Urban, ‘La Resistenza fra narrazione epica e Bildungsroman in Dove finisce Roma’, in: Nuova Corvina, no. 28 (2015), p. 250.

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1.2 UNO: la fiction fra reportage storico, metaletteratura e (auto)biografia

‘Fiction e non fiction, prosa e poesia, diario e inchiesta, letteratura e scienza, mitologia e pochade. […] Non è soltanto un’ibridazione “endoletteraria” entro i generi della letteratura, bensì l’utilizzo di

qualunque cosa possa servire allo scopo.’49

Si è già presupposto che, sebbene parlino della vita avventurosa di Sandro Pertini, né Il combattente né Pertini fra le nuvole sono dei romanzi di avventura in senso stretto. Finora si è parlato semplicemente di romanzo e di graphic novel per enfatizzare il loro rapporto con la fiction: le opere lavorano su un personaggio storico e su dei fatti realmente accaduti con i mezzi dello storytelling.50 Tale paradosso risulta dal tentativo

di minare la condizione postmoderna che impedisce la possibilità di rappresentare dei fenomeni extraletterari: allo scopo memoriale della narrazione di Pertini, le opere esaminano in modo critico la possibilità di rappresentare la Storia con la fiction e imbrogliano perciò i confini fra documentazione storica e invenzione letteraria, fra fiction e verità, e quindi fra i generi letterari tradizionali. Infatti, il narratore riflette ne Il combattente: ‘La fiction, però, ha regole spietate. Se si vuole imbastire un racconto convincente non basta una bella storia. Il mondo ne è pieno. La differenza la stabilisce la qualità del racconto.’51

Siccome cercano di aggirare le regole tradizionali della fiction per poter raccontare Pertini, Pertini fra le nuvole e Il combattente possono essere considerati degli oggetti narrativi non-identificati (UNO; unidentified narrative object).52 Wu Ming situa

gli UNO a metà strada fra fiction e non-fiction, fra romanzo e reportage, chiamandoli dei ‘tentativi di raccontare storie nel modo che si ritiene più giusto.’53 La forma

dell’UNO non rifiuta la problematica postmoderna intorno al referente extraletterario, ma la compromette in quanto valuta e commenta in modo critico le varie possibilità per

49 Wu Ming, New Italian Epic, cit., p. 42.

50 Marco Mongelli, ‘Il reale in finzione’, cit., p. 167. 51 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit. p. 31. 52 Wu Ming, New Italian Epic, cit., p. 12. 53 Ibid., p. 42.

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la rappresentazione di un fenomeno oltre il testo. Infatti, Dimitri Chimenti aggiunge che gli UNO ‘destabilize the order of the novel genre, causing turbulences and fluctuations around its borders. They could be defined as polycentric systems that generate forces expanding from within, and thus occasioning a crisis in the distinction between inside and outside, literary and extra-literary.’54

Rielaborando il mito di Pertini, le opere riflettono in modo metaletterario sul modo ‘più giusto’ per raccontare la Storia. In Pertini fra le nuvole questa riflessione riguarda esplicitamente la tensione fra fiction e non-fiction e fra oggettività e soggettività, mentre Il combattente sembra esplorare sia i generi che il medium più adatto per raccontare una ‘storia convincente.’ Simile a ciò che Wu Ming osserva per il New Italian Epic, anche in questi casi le riflessioni metalettararie vanno oltre la metafiction postmoderna: invece di ‘raccontare del proprio raccontare per non dover raccontare d’altro’, i libri sperimentano con la fiction giusto per poter raccontare la Storia. 55

La caratterizzazione del personaggio Pertini in Pertini fra le nuvole crea una crisi del rapporto fra fiction e non-fiction. L’esistenza preletteraria di Pertini lo rende un elemento di origini extraletterarie che viene ricontestualizzato in un presente narrativo fittizio: un Pertini disegnato che guarda giù dal cielo sull’Italia di oggi è fiction pura per ragioni ovvie. Appena stabilito nel contesto finzionale però, il personaggio esce dalla cornice narrativa: una fotografia storica di Pertini supera la griglia del fumetto in modo da estrarsi simbolicamente dalla fiction (figura 1). È la fotografia di Pertini, mezzo in se extraletterario, che inizia a raccontare la sua storia, per cui la narrazione imita la forma di un’autobiografia. Da ciò emerge un racconto in una prima persona falsa che si potrebbe paragonare all’uso del discorso indiretto libero, e che, invece di avvertire il lettore della soggettività del racconto, confonde la voce del personaggio storico con quella del narratore della fiction.56

54 Dimitri Chimenti, ‘Unidentified narrative objects’, cit., p. 38. 55 Wu Ming, New Italian Epic, cit., p. 42.

56 Federico Vergari sostiene che l’uso della narrazione in prima persona nel fumetto sia un’indicazione della

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Figura 1 – Pertini fra le nuvole (p. 18)

Siccome la partenza da una situazione reale è inerente al genere, Hillary Chute ritiene il graphic novel ‘a rich work of non-fiction’, mentre spesso, e anche in questo caso, il disegno finzionalizza inevitabilmente la narrazione a parola, nonostante tratti una realtà storica.57 Il reportage a fumetti è perciò un genere in se ibrido, non soltanto

per la presenza della duplice traccia parola-immagine, ma anche perché combina il genere giornalistico del reportage con i mezzi della fiction.58 Federico Vergari sottolinea

che il disegno è un mezzo meno invasivo della fotografia, ma vale anche l’opposto: l’uso della fotografia all’interno della fiction è una tecnica narrativa che invade lo spazio della fiction, indicandone i limiti espressivi.59 La presenza di materiale d’archivio in

Pertini fra le nuvole mette in discussione le possibilità rappresentative della fiction: ne

tradizionali, in: Federico Vergari, Politicomics: raccontare e fare politica attraverso i fumetti, Latina: Tunué 2008, p. 75.

57 Hillary Chute, ‘Comics as Literature?’, cit., pp. 452-453. 58 Ibid., p. 452.

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è esemplare la fotografia di Mussolini morto che contrasta fortemente con il disegno stilizzato della stessa scena e segna in modo metalettario che il disegno non è in grado dello stesso effetto shock (figura 2).60

Figura 2 – Pertini fra le nuvole (p. 94)

La mescolanza fra mezzi di fiction e non-fiction è soltanto un aspetto della varietà stilistica di Pertini fra le nuvole. L’abbondanza di stili disegnativi è una caratteristica del graphic novel ed è simile all’ibridazione dei generi letterari particolarmente presente negli UNO.61 Infatti, il disegnatore Gianluca Costantini

spiega: ‘noi nel libro lo [Pertini, ed.] presentiamo in questa veste citazionista perché ci

60 L’uso di fotografie storiche all’interno della narrazione finzionale verrà approfondito nel quarto capitolo. 61 Le caratteristiche del graphic novel particolari per il NIE verranno approfonditi nel terzo paragrafo di questo

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è sembrata la modalità migliore per raccontarlo.’62 Allo scopo di poter offrire una

rappresentazione della Storia, Pertini fra le nuvole sperimenta quindi con i mezzi della fiction e della non-fiction, mescolando, oltre i vari stili, la fiction pura, l’autobiografia falsa, il reportage a disegno e la fotografia. Tale ricerca metaletteraria per la possibilità migliore di rappresentare Pertini viene esplicata in Il combattente, in cui il lettore è testimone diretto della ricostruzione testuale del personaggio.63 Il libro inizia con il tono

del noir, genere con cui De Cataldo è diventato famoso e che viene generalmente ritenuto il precursore del New Italian Epic:64

‘9 febbraio 1974, ore 9:00 del mattino. Quattro uomini s’incontrano davanti al portoncino blindato al numero 1 di via dell’Impresa, a due passi da Montecitorio, nel cuore della Roma barocca. Di uno di loro, il più anziano, non sappiamo né sapremo mai nulla.’65

Leggendo, il lettore scopre che invece di una crime story si tratta di una biografia di Pertini, stabilita sia con l’utilizzo di materiale extraletterario, fra cui interviste, lettere e altre biografie storiche, sia con l’invenzione letteraria dell’io narrante. La narrazione a cornice dà lo spazio al narratore di difendere le sue scelte e di ammettere di aver dovuto imbrogliare fiction e verità: ‘Chiariamoci una volta per tutte. Un po’ d’invenzione aiuta a raccontare una buona storia.’66

L’opera va però ancora oltre l’ibridazione di fiction e non-fiction: il narratore ci porta dentro il processo attraverso cui si arriva a stabilire il medium più adatto per raccontare la storia di Pertini. Si scopre che l’inizio del libro avrebbe dovuto funzionare come la prima scena di uno sceneggiato, di cui il narratore racconta il processo di lavoro. Egli conclude però, dopo aver considerato varie tecniche cinematografiche, che il film

62 Maria Chiara Strappavecchia, ‘Politici nelle graphic novel italiane: “Pertini tra le nuvole”, Intervista a

Gianluca Costantini sulla figura di un politico ex Presidente della Repubblica’, in: L’Indro, s.n. (2015), p. 2.

63 Il termine ‘ricostruzione testuale’ di un elemento extraletterario è stato tratto da: Dimitri Chimenti,

‘Unidentified narrative objects’, cit., pp. 41-42.

64 Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, cit., p. 20; Si vedano per esempio Romanzo

criminale (Einaudi, 2002) e Nelle mani giuste (Einaudi, 2007); anch’essi considerati romanzi del New Italian

Epic soprattutto per la loro attitudine pop in: Wu Ming, New Italian Epic, cit., pp. 8-9, p. 20.

65 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit. p. 9. 66 Ibid., p. 86.

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non è il medium giusto per convincere il pubblico dell’urgenza della storia, ed esclude anche il fumetto perché ‘è stato già fatto.’67 Proprio perché il narratore persevera nello

scopo urgente di raccontare la storia di Pertini, si rivolge infine alla letteratura: “E ora che fai? Ti rimetti a scrivere il film?”

“Non ci penso proprio” taglio corto. “Potresti farne un libro.” […]

Un film è irrealistico, d’accordo. Ma un libro? È solo una mia decisione, dopo tutto.’68

L’opera nasce quindi dall’irresolutezza del narratore sia sul rapporto fiction-non-fiction, sia sul medium che non sembra ‘funzionare’ allo scopo. Mescolando le varie possibilità narrative - fiction e materiale d’archivio, noir e reportage, film e letteratura - e commentandole in modo metaletterario, il narratore sembra consapevole del fatto che emergerà un UNO.

Siccome gli UNO non sono riducibili a categorie preesistenti, essi richiedono molta attenzione interpretativa da parte del lettore69: “they prompt their readers to

observe the ways in which such reality is constructed within the text itself, disclosing the rhetorical and ideological strategies that convey the meaning of the events, and preside over their retention and management in society outside the text.”70 Questa

connotazione politica è inevitabilmente legata al tentativo di impegno del New Italian Epic ed enfatizza che Pertini fra le nuvole e Il combattente si servono di tutte le possibilità narrative al duplice scopo di ricordare e attualizzare la storia di Pertini. Quindi, sono e non sono allo stesso tempo reportage, (auto)biografie e romanzi che creano realtà finzionalizzate all’interno della fiction. La loro tendenza metaletteraria

67 Il narratore riflette sullo sceneggiato: ‘Ed è forse proprio questo che “non funziona.” Basta. Non parlerò più

dello sceneggiato.’ (Ibid., p. 199); E poi sulla possibilità fumettistica: ‘Infatti, mi fa notare tutto allegro, dalla vita di Pertini si potrebbe trarre un bel racconto a fumetti. “È stato già fatto.” “E da chi?” “Da un genio che si chiamava Andrea Pazienza.” (Ibid., p. 85)

68 Ibid., p. 211.

69 Wu Ming, New Italian Epic, cit., p. 12.

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risulta perciò non più uno scopo letterario, ma un mezzo per poter sfruttare tutte le possibilità di raccontare in modo convincente la storia di Sandro Pertini.

1.3 Il graphic novel italiano come forma narrativa

Si è visto che il graphic novel, e in particolare Pertini fra le nuvole, condivide delle caratteristiche con il New Italian Epic come descritto da Wu Ming, fra cui la rielaborazione della narrazione storica e l’ibridazione di mezzi narrativi a tale scopo. Nella definizione più comune, il graphic novel è un’opera a fumetti nella forma di libro rivolta a un pubblico adulto.71 Finora si è presupposto che il graphic novel sia una forma

narrativa letteraria, mentre il medium si trova in realtà in una posizione problematica nella definizione del New Italian Epic, stabilita da Wu Ming. Il collettivo sostiene che il New Italian Epic come ipotesi letteraria accade necessariamente in letteratura perché:

‘in letteratura le immagini non sono già date. A differenza di quel che accade nel cinema o in Tv, le immagini non preesistono alla fruizione. Bisogna, per l’appunto, immaginarle. Mentre allo spettatore viene chiesto di guardare (spectare) qualcosa che già c’è, al lettore viene chiesto di raccogliere (legere) gli stimoli che riceve e creare qualcosa che non c’è ancora. Mentre lo spettatore trova le immagini (i volti, gli edifici, il colore del cielo) al proprio esterno, il lettore le trova dentro di sé. La letteratura è un arte maieutica e leggere è sempre un atto di partecipazione e co-creazione.’72

L’importanza che Wu Ming attribuisce all’assenza dell’immagine nella letterature NIE contrasta con l’idea dell’UNO, che permette l’utilizzo di ogni mezzo allo scopo, fra cui anche l’immagine. Si è visto che proprio per la doppia traccia parola-immagine, il graphic novel viene considerato un medium ibrido che trae le sue tecniche sia dalla

71 Federico Vergari, Politicomics, cit., p. 76; Goffredo Fofi, fra gli altri, opta per l’intraducibilità del termine

‘graphic novel’ perché ogni tentativo di traduzione letterale (romanzo a fumetti, romanzo grafico) risulta connotativa per i fotoromanzi del Secondo dopoguerra: Goffredo Fofi, ‘L’unica forma d’arte figlia del nostro tempo’, in: Vittorio Spinazzola (a cura di), Tirature ’12: Graphic Novel. L’età adulta del fumetto, Milano: Il Saggiatore 2012, p. 10.

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letteratura che dal cinema.73 Jan Baetens e Hugo Frey enfatizzano che, siccome è

impossibile per l’occhio distinguere il testo dall’immagine e isolare le vignette, la pagina del graphic novel è un insieme organico e stratificato che richiede una doppia traccia interpretativa.74 Al lettore viene chiesto non soltanto di guardare, ma di

raccogliere sia l’informazione testuale che quella visiva e di interpretare il loro insieme. L’atto di ‘co-creazione’ si trova perciò non nella creazione di un’immagine virtuale, ma nell’interpretazione del rapporto fra parola, immagine e spazio vuoto.75 L’ibridismo,

inerente al genere del graphic novel, funziona quindi in modo simile all’interpretazione ‘maieutica’ dei romanzi del New Italian Epic.

Il graphic novel italiano nasce sia dal fumetto preletterario, che dal romanzo, che dal presunto fallimento del giornalismo.76 Vittorio Spinazzola definisce il graphic

novel in effetti come ‘la romanzizzazione’, cioè l’elaborazione psicologica dei personaggi e l’approfondimento di temi, del fumetto politico novecentesco.77 I fumetti

politici fioriscano, secondo Federico Vergari, sempre in momenti di crisi sociopolitica: si è visto l’aumento della produzione fumettistica negli anni Venti, gli anni Settanta e negli anni Novanta.78 Il fumetto non nasce quindi come forma di entertainment ma è

sempre stato un linguaggio politico contestatorio e mezzo di impegno, nella maggior parte dei casi identificato con la Sinistra politica.79 Come genere letterario, il graphic

novel sorge in Italia negli anni Novanta, contemporaneamente ai primi romanzi del New Italian Epic, e viene relazionato all’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, alla tendenza di revisionismo storico, all’immobilità del giornalismo nel confronto con dei

73 Hillary Chute, ‘Comics as Literature?’, cit., p. 452; Goffredo Fofi, ‘L’unica forma d’arte figlia del nostro

tempo’, cit., p. 11.

74 Jan Baetens e Hugo Frey, The Graphic Novel: An Introduction, New York: Cambridge University Press

2015, p. 106.

75 Hillary Chute, ‘Comics as Literature?’, cit., p. 452.

76 Vittorio Spinazzola, ‘L’Adolescente a fumetti’, in: Vittorio Spinazzola (a cura di), Tirature ’12: Graphic

Novel. L’età adulta del fumetto, Milano: Il Saggiatore 2012, p. 16; Federico Vergari, Politicomics, cit., p. 76.

77 Vittorio Spinazzola, ‘L’Adolescente a fumetti’, cit., p. 16. 78 Federico Vergari, Politicomics, cit., pp. 105-108.

79 Ibid., pp. 114-115. Generalmente si ritiene Maus: a survivor’s tale di Art Spiegelman (Pantheon Books,

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temi sociopolitici e di conseguenza al ‘memory boom’.80 Similmente a ciò che sostiene

Claudia Boscolo per il New Italian Epic, il graphic novel italiano potrebbe essere considerato un esempio di riscrittura della cronaca, che normalmente entra nel dominio dei mass media.81 Si ipotizza perciò che il graphic novel come forma narrativa sia per

definizione un mezzo di impegno civile, le cui caratteristiche coincidono con gli obiettivi dei romanzi del New Italian Epic.82

Figura 3 – Pertini fra le nuvole (p. 31)

80 Federico Vergari, Politicomics, cit., p. 108.

81 Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, cit., p. 20;

82 Inge Lanslots segue un ragionamento simile in: Inge Lanslots, ‘Culture di resistenza nell'Italia

contemporanea. Il caso di Sherwood Comix festival’, in: Bollettino ‘900 [sito web], no. 1-2 (2009), http://www.boll900.it/numeri/

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Siccome il graphic novel è sempre in cerca di originalità, osserva Goffredo Fofi che esso è un medium aperto e contestatorio non solo per il carattere civile, ma anche per quanto riguarda la tradizione letteraria.83 Il graphic novel contrasta la

ridondanza di immagini ed effetti speciali dell’iperrealtà postmoderna e mette in discussione le convenzioni del fumetto classico, non necessariamente rifiutandole, ma reinterpretando le regole per lo stile, la griglia e la sequenzialità e riutilizzando delle forme preletterarie assenti nel fumetto postmoderno.84 Il graphic novel, proprio come

gli UNO, si permette quindi di utilizzare ogni tecnica presente, sia convenzionale o non.85 La provocazione delle convenzioni si manifesta per esempio nel ritorno alla

vignetta unica satirica del primo Novecento, che si vede esplicitamente all’interno della narrazione di Pertini fra le nuvole (figura 3). Un altro tratto esemplare del graphic novel è la rottura della griglia tradizionale, di cui la fotografia di Pertini che supera la griglia disegnata è un esempio simbolico (figura 1).86

Inoltre, il graphic novel si permette di criticare il rapporto fra testo e immagine,

perché, a differenza del romanzo, ha la possibilità di narrare in assenza della parola.87

Proprio attraverso lo spazio vuoto e l’assenza di un testo accompagnativo, il graphic novel stimola il lettore a cercare verità non (ancora) dichiarate, imitando, oppure ingannando, la censura, il silenzio o l’emozione forte della scena.88 In Pertini fra le

nuvole, per esempio, una serie di immagini senza parole evoca l’emozione della fuga di Sandro Pertini in Francia (figura 4), lasciando però lo spazio interpretativo al lettore.89

A proposito di United We Stand di Simone Sarasso e Daniele Rudoni, Paolo Giovannetti ha brevemente spiegato il rapporto fra il graphic novel e il New Italian Epic, concludendo che ‘abbiamo scoperto a quali arditi tipi di rifacimenti narrativi il NIE è

83 Goffredo Fofi, ‘L’unica forma d’arte figlia del nostro tempo’, cit., p. 13.

84 Tina Porcelli, ‘Il reportage a fumetti’, in: Vittorio Spinazzola (a cura di), Tirature ’12: Graphic Novel. L’età

adulta del fumetto, Milano: Il Saggiatore 2012, p. 35; Jan Baetens e Hugo Frey, The Graphic Novel, cit., pp.

9-10.

85 Goffredo Fofi, ‘L’unica forma d’arte figlia del nostro tempo’, cit., p. 13. 86 Jan Baetens e Hugo Frey, The Graphic Novel, cit., pp. 9-10.

87 Ibid., p. 148.

88 Federico Vergari, Politicomics, cit., p. 132; Jan Baetens e Hugo Frey, The Graphic Novel, cit., p. 148. 89 L’interpretazione di questa scena verrà elaborata nel terzo capitolo.

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oggi in grado di arrivare.’90 Grazie alla sua forma ibrida, al suo carattere contestatorio

e alle sue possibilità narrative, il graphic novel italiano come genere letterario si è dimostrato un esempio di New Italian Epic per eccellenza. La narrazione stratificata e la complessità interpretativa dietro la facciata popular conferma la premessa di Goffredo Fofi che il graphic novel sia ‘l’unica forma d’arte figlia del nostro tempo.’91

La duplice traccia fra complessità e popolarità riemerge, come vedremo nel prossimo capitolo, nel personaggio di Sandro Pertini, ritratto come caso esemplare dell’eroe del nostro tempo.

Figura 4 – Pertini fra le nuvole (p. 41)

90 Simone Sarasso e Daniele Rudoni, United We Stand, Venezia: Marsilio 2009; Paolo Giovannetti, ‘C’è del

epica nel New Italian Epic?’, in: CentoPagine, no. 5 (2011), p. 101.

91 Wu Ming, New Italian Epic, cit., pp. 23-33; Goffredo Fofi, ‘L’unica forma d’arte figlia del nostro tempo’,

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2. Il protagonista Pertini

Finora si è delineato il contesto letterario in cui nasce il personaggio di Pertini: il New Italian Epic crea le condizioni per poter rappresentare il personaggio storico nella fiction. Pertini come protagonista in Pertini fra le nuvole è soggetto a molteplici caratterizzazioni, che si ritrovano anche in Il combattente, fra cui la rappresentazione esterna e visiva, l’autodefinizione e l’intertestualità, da cui emerge un personaggio complesso e popolare allo stesso tempo. In questo capitolo si considera in primo luogo il modo in cui l’opera propone un modello di letteratura impegnata attraverso la creazione di un personaggio Pertini che decostruisce allo stesso tempo la sua immagine stereotipata. Si cerca nel primo paragrafo di rispondere al perché della ripresa letteraria di Sandro Pertini, esaminando le tecniche narrative con cui il graphic novel interviene nella sua memoria. Il secondo paragrafo si concentra invece sullo sviluppo del personaggio Pertini attraverso i riferimenti intertestuali, che contribuiscono alla complessità interpretativa del personaggio dietro l’apparenza pop. Da tutto ciò emerge, come si vedrà, una rappresentazione del protagonista Pertini oltre il suo stereotipo superficiale, che funziona invece come l’eroe del nostro tempo.

2.1 Alla ricerca dell’eroe perduto: Pertini come eroe epico

‘Non era un gigante. Non è che gli eroi siano sempre giovani e belli, anzi…’92

La bassa statura, l’età avanzata e l’atteggiamento agitato sono delle caratteristiche integrali dello stereotipo di Sandro Pertini, come rappresentato per esempio nei fumetti di Andrea Pazienza negli anni Ottanta.93 La caratterizzazione stereotipata è il risultato

del tentativo di privare la memoria collettiva di Pertini del suo passato ‘scomodo’ e

92 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit., p.109.

93 Il personaggio di Sandro Pertini disegnato da Andrea Pazieza apparve per la prima volta sulla copertina

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propone un’immagine antieroica del presidente.94

L’ironia citazionista e la retorica, con cui Pertini fra le nuvole e Il combattente ridicolizzano questo stereotipo (figura 5), delegittimano tale ‘memoria politica’ e anticipano il tentativo di riattribuirgli le caratteristiche da simbolo antifascista. Le opere vanno perciò in modo simbolico alla ricerca dell’eroe perduto, che sta ‘archiviata’ dietro la figura stereotipata, cercando di sviluppare un protagonista a tutto tondo che può rispondere all’assenza di un personaggio eroico nella società, letteratura e fumettistica.

Il tentativo di rappresentare Pertini come personaggio eroico può essere letto alla luce dell’ipotesi avanzata da Claudia Boscolo: la studiosa suggerisce che la mitopoiesi del New Italian Epic cerchi di rielaborare l’eroe dell’epica classica, utilizzandolo come contrappeso letterario all’assenza di un modello eroico nella società contemporanea:95

‘[…] the idea of heroic action, and today heroic action corresponds to mass action against those who are held responsible for acts, which although buried in history, have serious consequences on the present, as is the case in Italian politics. The masses are turned into the collective hero. That certain idea- the concept that we need heroes today- began to permeate the works of several Italian writers from the early 1990’s, and grew into the compelling sense that Italian history contains open wounds, which are not only difficult to heal but which also continue to have a negative impact on both Italian politics and society.’96

La trasformazione di Sandro Pertini in un eroe epico risponde all’idea di una Storia italiana che si vede confrontata con delle ‘ferite aperte’, in quanto esprime il concetto

94 Si veda John Foot,’How Italian Football creates Italians’, cit., p. 9. 95 Claudia Boscolo, ‘The idea of epic and New Italian Epic’, cit., p. 21. 96 Ibid.

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di un personaggio esemplare per una generazione - quella decisamente antifascista – la cui memoria è stata respinta a causa delle forze revisioniste. La rielaborazione letteraria di Pertini, che funziona da metafora per questa generazione, rappresenta il tentativo di sottrarla all’oblio. Il narratore de Il combattente enfatizza in effetti la scelta polemica per una ripresa di Pertini: ‘era l’ultimo superstite di una generazione con cui si era deciso, infine, di chiudere i conti.’97

Figura 6 – Pertini fra le nuvole (p. 12)

L’elaborazione di Pertini come figura eroica risponde alla presunta assenza di un modello etico e politico nella società contemporanea. Nel prologo di Pertini fra le nuvole, il personaggio viene presentato su una nuvola in cielo, lamentandosi dell’indifferenza della società: ‘Non c’è neanche il gobbo a tramare’ (figura 6).98 Per il

fatto che le tavole del fumetto si concentrano sul personaggio solitario, e non mostrano l’interlocutore ‘Paz’ né il campo visivo del protagonista, Pertini viene rappresentato come un unico eroe. Da tale inquadratura emerge anche la propria consapevolezza

97 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit. p. 210.

98 Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, Pertini fra le nuvole, cit., p. 12. Il personaggio si riferisce qui in

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dell’assenza di un eroe contemporaneo, che dà spazio al vecchio eroe Pertini come modello ‘alla salvezza d’Italia.’99 La stessa urgenza di una figura eroica, nella forma di

Pertini che rappresenta i valori legati al ruolo di partigiano, torna nelle riflessioni metaletterarie del narratore di Il combattente:

‘Non si tratta solo di glorificare la figura del partigiano, del combattente, dell’uomo senza compromessi, e di farlo sfruttando la rassicurante immagine del nonnetto con la pipa… È il contrasto con l’oggi che rende acuta, quasi dolorosa, la necessità di raccontare Pertini. È un dovere.’100

L’assenza dell’eroe si rapporta con la nozione dell’eroe eccentrico, che Wu Ming ritiene particolare per il New Italian Epic.101 Wu Ming sostiene che la narrazione

epica si possa sviluppare anche in assenza dell’eroe, se il suo spirito simbolico e i valori che rappresenta vengono portati avanti.102 Siccome la morte di Sandro Pertini è un fatto

storico, il modo in cui le opere immaginano la sua inevitabile assenza dalla narrazione è significativo per la sua caratterizzazione come eroe epico. Il combattente elabora l’idea dell’eroe eccentrico nell’ultimo capitolo, simbolicamente intitolato ‘L’ombra dell’eroe’: il narratore, una volta delineata l’urgenza di Pertini come eroe, non accetta la sua assenza per cui gli si rivolge in forma epistolare, riportandolo dentro la narrazione come presenza virtuale.103 Il modo in cui il narratore cerca di portare avanti i valori di

Pertini e di consolidare la sua memoria nel presente, è esemplare per l’impegno del New Italian Epic.

Pertini fra le nuvole gioca con l’idea dell’eroe eccentrico, partendo dalla stessa premessa: siccome il prologo suggerisce che l’assenza di Pertini dalla società sia la condizione per il racconto, il lettore è già consapevole del fatto che l’eroe si assenterà. Il narratore Pertini racconta infatti la propria morte usando la tecnica del flashback. Grazie a ciò si assenta dalla storia interna, ma non dalla narrazione a cornice. Qui

99 Ibid., p. 14.

100 Giancarlo de Cataldo, Il combattente, cit. p. 188. 101 Wu Ming, New Italian Epic, cit., pp. 83-84. 102 Wu Ming, New Italian Epic, pp. 83-84.

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emerge un asincronismo fra il testo e l’immagine: mentre il narratore si riferisce nel testo alla sua morte e cremazione, le immagini continuano ad affermare la sua presenza ‘viva’.104 Il personaggio Pertini non si può assentare dalla narrazione; il graphic novel

sembra implicare che i valori legati all’eroe non sono stati portati avanti e serve la sua presenza come narratore a riaffermarli. Tutto ciò viene confermato nell’ultima vignetta del graphic novel: il protagonista Pertini continua a raccontare, mentre il suo interlocutore indifferente si è addormentato.105 Si potrebbe concludere perciò che le

rappresentazioni di Pertini come eroe eccentrico, nonostante diverse fra di loro, reintroducono l’eroe nella letteratura, sia come contrappeso all’assenza di un eroe contemporaneo, sia come simbolo dei valori antifascisti che sono stati ‘archiviati.’

L’assenza dell’eroe dalla fumettistica, e dal graphic novel in particolare, indica un ultimo livello a cui il personaggio di Pertini in Pertini fra le nuvole cerca di rispondere. Vittorio Spinazzola, fra gli altri, sostiene che il tempo dei supereroi inventati, da sempre associati con il racconto a fumetti, sia volto al termine con la nascita del graphic novel: ormai le narrazioni si concentrano sullo sviluppo di un protagonista ‘a tutto tondo’.106 Luca Boschi aggiunge che questo rivolgimento è particolarmente

notevole nell’ambito della fumettistica italiana, dalla quale è sempre mancato il personaggio dell’eroe storico perché esso ha una posizione contestata nel dibattito sociopolitico.107 Si potrebbe constatare quindi che il graphic novel italiano sia in cerca

di una sua figura eroica e che Pertini fra le nuvole si impegna a fornirne un modello, introducendo il personaggio storico di Pertini ‘fra le nuvole’ del fumetto.

104 Paolo Giovannetti spiega l’asincronismo come concetto sperimentale del graphic novel in: Paolo

Giovannetti, ‘Il graphic novel sperimentale. Scisso, enigmatico, metanarrativo, in: Vittorio Spinazzola (a cura di), Tirature ’12: Graphic Novel. L’età adulta del fumetto, Milano: Il Saggiatore 2012, p. 30.

105 Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, Pertini fra le nuvole, cit., p. 116.

106 Vittorio Spinazzola, ‘L’Adolescente a fumetti’, cit., pp. 15-19. Lo sviluppo psicologico del personaggio di

Pertini in Pertini fra le nuvole verrà analizzata attraverso i riferimenti intertestuali nel secondo paragrafo di questo capitolo.

107 Luca Boschi paragona la tradizione italiana a quella statunitense, in cui i personaggi storici sono invece

spessi apparsi accanto agli eroi dei fumetti. Il modo in cui Pertini fra le nuvole interpreta la tensione fra il personaggio storico e gli eroi fumettistici emergerà dal secondo paragrafo di questo capitolo; Luca Boschi, ‘Introduzione: La nostra storia, questa sconosciuta’, in: Pier Luigi Gaspa e Luciano Niccolai, Per la libertà:

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