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la frequenza assoluta dei demarcativi

Il demarcativo più frequente è insomma, che figura 21 volte, sempre come demarcativo di chiusura.

Gli altri demarcativi di chiusura nel corpus sono infine (4), quindi (2), per concludere (2), come dicevo (2), per chiudere (1) e per finire (1), conclusione (1). In totale, sono dunque presenti 33 demarcativi di chiusura. Riguardo ai demarcativi di proseguimento, si ne trovano 36, cioè allora (8), e (7), poi (9), ora (3), ok (3), intanto (2), ecco (1), bene (1), a proposito (1) e adesso (1). Infine, il corpus comprende 5 demarcativi di apertura: allora (3), ok (1) e e (1).

5.1.4. Interiezioni

43 dei 740 SD nel corpus sono interiezioni, pari al 5,8%. Molte di tali interiezioni, però, hanno una seconda e terza funzione che non è stata compresa nelle frequenze della tabella 3. Le altre funzioni vengono discusse nell’analisi qualitativa nel capitolo 6.

39 Istogramma 5: la frequenza assoluta delle interiezioni

Dall’istogramma 5 emerge che le interiezioni più usate sono beh e tutte le sue varianti: beh (9), bè (3), bhe (1) e be’ (1). Viene usata anche l’interiezione mah (11) e la sua variante mha (1). Le altre interiezioni presenti nel corpus sono: bah (4), bha (2), boh (3), ohhhhhh (1), eh (1), dai (1), ah (3) e ah! (1). C’è soltanto una presenza di interiezione comportativa, cioè ciao.

5.1.5. Riempitivi

Il corpus contiene 42 riempitivi, pari al 5,7% dei SD presenti. Si osserva nell’istogramma 6 che prevalgono come riempitivi le varianti di vabbè: vabbè (10), evvabbe’ (1), vabbe (1), vabbe’ (1), va beh (1), va bene (1) e va bhe (1). Il riempitivo più usato, però, è che dire (12). Gli altri riempitivi nel corpus sono comunque (3) e la sua abbreviazione cmq (2), e...e... (2), ma (2), sì (1), non so dir bene (1), ecco (1), e (1) e diciamo (1).

Istogramma 6: la frequenza assoluta dei riempitivi 5.1.6. Indicatori di riformulazione

Gli indicatori di riformulazione sono i SD che comprendono gli indicatori di parafrasi, gli indicatori di correzione e quelli di esemplificazione. In totale, si trovano nel corpus 47 indicatori di riformulazione, pari al 6,5% dei SD presenti. L’istogramma seguente dimostra la loro frequenza assoluta:

41 Istogramma 7: la frequenza assoluta degli indicatori di riformulazione

Dall’istogramma 7 emerge che l’indicatore di riformulazione più frequente è anzi (16), che nel corpus è sempre stato usato come un indicatore di correzione. L’unico altro caso di indicatore di correzione presente nelle recensioni è o meglio (4). Per quanto riguarda gli indicatori di parafrasi, si trovano otto SD differenti: insomma (9), ovvero (4), cioè (3), voglio dire (1), quello che voglio dire è che (1), ossia (1), diciamo che (1) e mi spiego meglio (1). Infine, tipo (3), ad esempio (2) e per esempio (1) sono gli indicatori di esemplificazione trovati nel corpus.

5.1.7. Prese di turno

Nel corpus sono presenti soltanto 6 prese di turno, pari al 0,8% dei SD presenti. Come l’istogramma 8 dimostra, si tratta di: dunque (3), ora (2) e allora (1). Ci sono, però, anche dei demarcativi e interiezioni che svolgono tale funzione, come sarà illustrato nel capitolo 6.

Istogramma 8: la frequenza assoluta delle prese di turno 5.1.8. Richieste di conferma

Nelle recensioni sono presenti 4 richieste di conferma, pari al 0,5% dei SD totali. Si tratta di no? (3) e eh? (1) come dimostrato dall’istogramma seguente:

Istogramma 9: la frequenza assoluta delle richieste di conferma

43 5.1.9. Fatismi

La categoria di SD meno presente, insieme ai presentativi mostrati nella sezione 5.1.10., sono i fatismi.

In effetti, nel corpus fungono da fatismo 2 SD, pari al 0,3% della somma dei SD. Si tratta di caro direttore (1) e ragazzi (1):

Istogramma 10: la frequenza assoluta dei fatismi

5.1.10. Presentativi

Come menzionato sopra, sono presenti nel corpus solamente 2 SD usati come presentativi, pari al 0,3%

dei SD totali. Come dimostra l’istogramma 11, l’unico SD che svolge tale funzione è ecco (2):

Istogramma 11: la frequenza assoluta dei presentativi

5.2. Frequenza assoluta dei segnali discorsivi

L’istogramma seguente mostra i 20 SD più frequenti nel corpus. È importante notare che nell’istogramma seguente sono stati aggregati i SD in questione e le sue varianti, visto che spesso nel corpus sono presenti diverse varianti dello stesso SD. Ciò rende l’istogramma più ordinato e chiaro da codificare. Le diverse varianti aggregate vengono menzionate sotto di esso. I 20 SD più frequenti comprendono 507 dei 740 SD presenti nelle recensioni negative selezionate:

45 Istogramma 12: i 20 SD più frequenti nel corpus

Dall’istogramma 12 emerge chiaramente che il segnale discorsivo più presente nel corpus è davvero (62). Il secondo SD più frequente è veramente (48). Inoltre, si può notare che 6 SD su 20 sono avverbi in -mente che svolgono sempre la funzione di meccanismo di modulazione, cioè veramente (48), sicuramente (33), praticamente (33), assolutamente (30), decisamente (22) e ovviamente (19). Le 30 presenze di assolutamente sono composte dalla somma di 29 volte assolutamente e una volta assolutissimamente. Il terzo SD più frequente è ma, che troviamo nel corpus 39 volte nella funzione di SD. Gli altri SD più frequenti sono proprio (35), insomma (30), un po’ (25), forse (21), anzi (16), va bene (16), devo dire (14), beh (14) e a mio avviso (14), che dire (12), mah (12) e allora (12). Per quanto riguarda il SD va bene, si tratta di 7 varianti diverse, cioè vabbè (10), evvabbe’ (1), vabbe (1), vabbe’

(1), va beh (1), va bene (1) e va bhe (1). Riguardo alle interiezioni beh e mah, come menzionato nella sezione 4.2.2. sulle caratteristiche della scrittura interattiva, Gheno (2012) vede le grafie bhe e mha come errori ortografici. Nel corpus, infatti, abbiamo trovato soltanto una volta tali grafie scorrette di entrambe le parole, 9 volte la grafia beh e 11 volte la grafia mah. Altre varianti di beh nel corpus sono bè (3) e be’ (1). Infine, l’istogramma 12 menziona la presenza di 14 devo dire. Ciò è la somma di devo dire (4), devo dire che (9) e devo proprio dire (1).

La tabella seguente ci dimostra la frequenza assoluta dei SD rimanenti, cioè 233 dei 740 SD presenti nel corpus:

Tabella 4: la frequenza assoluta dei SD che non appartengono al top 20

47

eh? 1 Totale 233

49

6. Analisi qualitativa dei segnali discorsivi nel corpus

La presente sezione presenta un’analisi qualitativa dei segnali discorsivi trovati nelle recensioni di TripAdvisor. Per analizzare questi SD, ci si baserà sulla Relevance Theory, ‘Teoria della Pertinenza’ di Dan Sperber e Deirdre Wilson (1986). Questa teoria sarà applicata in combinazione con la funzione testuale dei SD trovati nel corpus.

L’analisi qualitativa nella presente tesi è organizzata come segue: in primo luogo viene spiegato perché si è considerata come funzione principale dei SD proprio e davvero, la funzione di meccanismo di modulazione oppure di focalizzatore a seconda del contesto nell’analisi quantitativa (si veda la sezione 5). In secondo luogo viene illustrata la Teoria della Pertinenza che sarà poi applicata al corpus raccolto per la presente tesi.

6.1. Le funzioni delle diverse presenze di proprio e davvero

Come menzionato prima nella sezione 5.1.1., Bazzanella (1995) osserva che i SD davvero e proprio che svolgono la funzione di meccanismo di modulazione agiscono allo stesso tempo anche da focalizzatori.

Nell’analisi quantitativa, però, si è assegnata soltanto una funzione ad ogni SD. La presente sezione dà una spiegazione delle funzioni principali scelte.

I focalizzatori sono quei SD che il parlante usa per sottolineare/ rafforzare un elemento mentre un meccanismo di modulazione diminuisce o rafforza il grado di impegno a sottoscrivere l’enunciato (Bazzanella, 1995). Ogni presenza di davvero è considerata un SD che svolge la funzione di meccanismo di modulazione, al pari di 6 delle 35 presenze di proprio. Le altre 29 presenze di proprio sono state considerate in primo luogo SD che svolgono la funzione di focalizzatore. Ecco due esempi del corpus in cui viene usato il SD proprio:

(35) La follia è che proprio da loro il giorno prima come del resto tutte le altre volte avevo pagato sempre al check out!

(esempio tratto dal corpus MI05)

(36) Non riesco proprio a consigliare quest’hotel.

(esempio tratto dal corpus MI83)

In (35), proprio è stato considerato principalmente un focalizzatore e lo stesso SD in (36) è stato considerato un meccanismo di modulazione. In (35), infatti, usando proprio, si vuole sottolineare il sintagma preposizionale da loro. Mentre in (36), usare proprio non ha lo scopo di evidenziare altri elementi nella frase, anzi, l’enfasi si trova sulla parola stessa proprio e viene dunque rafforzato il grado

di impegno a sottoscrivere l’enunciato. Non essendoci una differenza netta tra le due funzioni, la distinzione fatta in questa tesi si basa sul contesto in cui la parola proprio si trova.

6.2. La Teoria della Pertinenza e la funzione testuale dei segnali discorsivi

La coerenza è una parte essenziale di un testo. La coerenza, infatti, rende il testo più chiaro e più facile da capire. Si possono distinguere due tipi di coerenza: la coerenza locale e la coerenza globale. Se i SD collegano unità informazionali di un segmento specifico con unità informazionali del segmento precedente, tale coerenza viene definita coerenza locale come in (52) nella sezione 6.2.3.. Se, invece, il SD mette in relazione un segmento con qualsiasi altra porzione di informazione precedente nel testo, si tratta di coerenza globale come nell’esempio (37) in 6.2.1. (Nemesio, 1999).

La funzione testuale dei segnali discorsivi, infatti, è quella di agevolare la coerenza in un discorso e di aiutare l’interlocutore ad interpretare l’enunciato in modo corretto. La funzione testuale dei SD può di conseguenza essere analizzata sulla base della Teoria della Pertinenza di Sperber e Wilson (1986).

Questa teoria è basata su due principi di pertinenza: il principio cognitivo, cioè l’idea che la cognizione umana è orientata alla massimizzazione della pertinenza, e il principio comunicativo, cioè che enunciati creano aspettative di pertinenza massima (Sperber & Wilson, 2002, p. 249). La Teoria assume che comunicare significhi avere l’intenzione di comunicare un contenuto che sollecita la ricerca di pertinenza da parte del lettore o ascoltatore. Un enunciato è inoltre pertinente per un individuo quando collega informazioni di base di cui dispone in modo da portarlo a conclusioni che hanno importanza per l’individuo stesso. Conclusioni false, però, non vengono considerate pertinenti (Sperber & Wilson, 2002, p. 251).

La Teoria della Pertinenza afferma che ciò che rende un input utile rispetto alla massa di informazioni è che questo input è più pertinente di qualsiasi altro input disponibile allo stesso tempo. Sperber e Wilson (1986) sostengono che un enunciato assumerà sempre maggiore pertinenza man mano che contiene più informazioni. Elaborare più informazioni, però, richiede un maggiore sforzo. Perciò, la Teoria della Pertinenza prevede che sia necessario un equilibrio tra la quantità di informazioni e la difficoltà di elaborazione delle stesse (Haverkate, 2006, p. 175). È qui che entrano in gioco i segnali discorsivi dato che essi sono usati per agevolare la coerenza, che è proprio un aspetto di un testo che rende più facile la sua elaborazione. In altre parole possiamo dire che i segnali discorsivi sono quegli elementi linguistici che rendono quindi più pertinente un enunciato. La seguente parte, quindi, della tesi analizza come i SD reperiti dal corpus contribuiscono alla coerenza del discorso e quindi alla pertinenza dell’enunciato.

51 6.2.1. Demarcativi

I demarcativi contribuiscono alla coerenza globale del testo, rendendo chiaro se il parlante sta per aprire, proseguire o chiudere il suo discorso.

Entrambi i SD adesso e e poi (come tutti i SD in generale) non cambiano le condizioni di verità dell’enunciato e, di conseguenza, possono essere eliminati dalla frase senza che il contenuto proposizionale venga modificato (Bazzanella, 2001). Non contribuiscono quindi al significato della proposizione ma, crucialmente, contribuiscono alla coerenza del discorso. Senza la presenza dei SD, infatti, l’interpretazione del testo da parte del lettore diventa più difficoltosa. I SD in (37), per esempio, fanno capire che chi scrive (o chi parla) non ha ancora finito il suo discorso e che quello che segue è pertinente. I demarcativi in (37) indicano quindi la continuazione dell’informazione. Essi vengono usati come indizi strutturali, rendendo più chiaro il fatto che l’informazione viene comunicata passo dopo passo.

(37) [...] Adesso, non avevo voglia di discutere, e posso verificare facilmente gli accrediti sulla carta, ma certo questo non mi sembra un hotel 5 stelle. E poi vorrei solo aggiungere che un sorriso agli ospiti non costa nulla ed é molto piú professionale far sentire gli ospiti a casa propria.

(esempio tratto da MI11)

Si prenda ad esempio la recensione in (38), in cui il segnale discorsivo quindi viene usato come demarcativo di chiusura, usato per riassumere l’argomento discusso in precedenza. Quindi aiuta il lettore ad elaborare l’informazione visto che indica la chiusura del discorso sull’argomento di cui si parla e fa in modo che il discorso finisca in modo scorrevole. Nel corpus di recensioni negative costituito per questa tesi, si osserva inoltre l’uso frequente dell’interiezione mah e la variante mha, come nell’esempio (38). L’utilizzo di mha chiarifica che lo scrittore della recensione è sorpreso del servizio pessimo ed aiuta il lettore ad interpretare correttamente l’enunciato come viene interpretato da colui che scrive. L’interiezione mha (38) svolge un ruolo importante per trasmettere il senso di frustrazione del recensore, pur egli non avendolo manifestato in modo esplicito nel testo.

(38) [...] quindi diciamo che vi deve piacere e dovete gradire il fare TUTTO in bagno con la porta un pò aperta che dà sulla camera da letto e chiunque ci sia lì in camera ad osservare le vostre gesta nel bagno .. MHA .. NO COMMENT

(esempio tratto da MI19)

Il demarcativo di proseguimento ora in (39) viene usato per cambiare argomento all’interno del discorso. La recensione fino al punto in cui viene usato ora è positiva. L’uso di ora introduce decisamente un cambiamento di attitudine. Anche se il segnale discorsivo non cambia la condizione di

verità dell’enunciato, senza il segnale discorsivo il cambiamento di attitudine sarebbe risultato più criptico o comunque ci sarebbe stata la necessità di rivelarlo apertamente. Perciò, il SD ora, come gli altri SD esemplificati in questa sezione, contribuisce di nuovo alla pertinenza dell’enunciato dato che esso fa in modo che il lettore abbia meno difficoltà ad elaborare le informazioni rendendole più coerenti.

(39) [...] abbiamo continuato ad essere assidui clienti, noi ed i nostri collaboratori.

Ora, al check out di ieri, per aver annullato una delle due stanze prenotate, e premetto che era stata annullata con una telefonata 24 ore prima del nostro arrivo ed occupata immediatamente data la politica di overbooking messa in atto ultimamente, ci siamo trovati sul conto 170 euro di penale.

(esempio tratto da MI96)

6.2.2. Indicatori di riformulazione

Nella lingua parlata, gli indicatori di riformulazione, cioè gli indicatori di correzione, di parafrasi e di esemplificazione, contribuiscono ad una migliore comprensione dell’enunciato (Nigoević & Sučić, 2011) e alla coerenza locale (Zhao, 2014). Nella lingua scritta, però, gli indicatori di correzione sono superflui nel senso che lo scrittore del testo può facilmente cancellare le parole o formulazioni sbagliate per sostituirle con le forme corrette per esprimere quel che intende dire. In questo corpus di recensioni negative, invece, i recensori non hanno sempre cancellato le formulazioni sbagliate, ma le hanno fatte seguire da indicatori di correzione come ad esempio o meglio in (40) o da anzi come in esempio (41). L’uso dei SD, infatti, aiuta il lettore a capire più chiaramente l’intenzione comunicativa di colui che scrive. Ciò sembra una scelta ben ragionata in un contesto di recensioni negative visto che, in questa maniera, l’enfasi si trova sulle formulazioni cosiddette più corrette secondo lo scrittore, e queste formulazioni più corrette sono inoltre sempre più negative rispetto a quelle che le precedono.

(40) Aspetti negativi: zona degradata e piuttosto scomoda rispetto al centro, camere rumorose, colazione insufficiente, o meglio... inesistente, visto che per tutte e quattro le mattine è stata un'impresa riuscire a trovare qualcosa da mangiare!

(esempio tratto da NA51)

(41) Noi eravamo 4 ragazze e 1 ragazzo e tornavamo la sera tardi ... Al rientro di notte trovavamo sempre lo stesso ragazzo che una volta c'era e 2 no.. era anche abbastanza invadente e poco professionale. Anzi per niente professionale!!!

(esempio tratto da MI25)

Anche gli indicatori di parafrasi contribuiscono ad una migliore comprensione dell’enunciato. Essi aiutano il lettore ad interpretare le parole precedenti fornendo una spiegazione più chiara. In (42),

53 però, già prima che il recensore introduca la parola cioè, è chiaro che la stanza dell’albergo è piccolissima. Una spiegazione più dettagliata non è quindi necessaria. In quest’esempio, la parafrasi non serve quindi a rendere più chiare le parole precedenti, ma a sottolineare l’esperienza negativa che lo scrittore ha avuto durante il suo soggiorno nell’albergo.

(42) La stanza aveva esattamente 80 cm ai due lati del letto di due metri, cioè misurava circa 3 metri e 60 di lato per 3 metri di lunghezza, con in più un vano con un piccolo armadio e un tavolino di una settantina di centimetri per meno di sessanta di fronte al letto.

(esempio tratto da MI24)

In (43), invece, è necessaria la spiegazione preceduta dall’indicatore di parafrasi ossia visto che senza la parafrasi, non sarebbe stata chiara per tutti la conseguenza della ‘porta del bagno gonfia’.

Rafforzando la parafrasi usando il SD evidentemente che svolge la funzione di meccanismo di modulazione, viene messa in cattiva luce l’albergo ancora di più dato che il problema relativo all’allagamento del bagno potrebbe essere evitato con la manutenzione adeguata.

(43) L'ho anche segnalato (sono stato 2 notti), ma poi mi sono accorto che la porta del bagno era

"gonfia" ossia che evidentemente tutti lo allagano...

(esempio tratto da MI39)

Anche gli indicatori di esemplificazione, come tipo in (44), servono ad indicare che ciò che segue è rilevante ed aiuta a capire meglio quello che il parlante o lo scrittore vuole esprimere. Infatti, in (44), la spiegazione che segue il SD tipo specifica ciò che intende il recensore con monopiatto unico. Già dalla parola stessa è chiaro che il cibo non è granché, ma enumerando le poche cose che il buffet aveva da offrire, lo scrittore della recensione sottolinea il servizio pessimo dell’albergo.

(44) e dopo aver fatto magari una lunga coda avrete sostanzialmente un monopiatto unico (tipo mezzo piatto di pasta + 1 fetta di arrosto e del pane) + acqua per 25euro a testa ... non certo granchè nè economico

(esempio tratto da MI19)

In (45), il recensore capisce che, senza l’enumerazione dopo l’indicatore di esemplificazione ad esempio, il lettore avrebbe difficoltà capire cosa intende con rilevare una minore attenzione ai dettagli visto che è un enunciato molto vago. Perciò presenta qualche esempio introdotto da tale SD cosicché le informazioni diventano più pertinenti dato che richiedono meno sforzo per elaborarle. Sembra, inoltre, che lo scrittore della recensione voglia rendere chiaro che gli esempi che dà sono cose che potrebbero essere risolte molto facilmente dall’albergo, accusandolo quindi di negligenza.

(45) Ancora, ci è sembrato di rilevare, rispetto agli anni precedenti, una minore attenzione ai dettagli, anche di poco conto, ma importanti: ad esempio, perché non sostituire regolarmente le batterie del telecomando sia del climatizzatore che del televisore (entrambi funzionavamo male...); perchè non sostituire le boccette del bagno schiuma dopo il primo giorno?

(esempio tratto da NA19)

6.2.3. Riempitivi

I riempitivi, come per esempio che dire, diciamo e vabbè, sono SD utilizzati per mantenere la parola e sono spesso seguiti o preceduti da pause, le quali indicano che il parlante non riesce a trovare le parole appropriate (Bazzanella, 1995). Non ci si aspetta di trovarne numerosi in questo corpus di recensioni negative visto che lo scrittore ha il tempo di pensare bene a ciò che vuol dire prima di pubblicarle. Le presenze di questi SD devono quindi avere anche un’altra funzione in questo contesto. Infatti, sembra che il recensore di (46) non usi il riempitivo che dire per cercare le parole appropriate, ma per mettere l’enfasi sul fatto che ha tantissime cose negative da dire e che non sa da quale parte cominciare a scriverle. Il riempitivo aiuta perciò in questo caso l’interlocutore ad interpretare l’enunciato in modo corretto dato che che dire in questo contesto è un indicatore che dimostra quando il recensore comincia l’enumerazione delle sue lamentele.2

(46) [...] ci sono dei servizi che devono essere garantiti anche da una struttura a 2 stelle.

Che dire...appena ho aperto la porta della stanza una puzza di fumo mi ha travolto e l'arredamento mi ha fatto aver voglia di fuggire.

(esempio tratto da MI04)

In (47) troviamo un cumulo di SD che svolgono la funzione di riempitivi. Anche qui sembra che tali SD

non vengano usati per trovare le parole appropriate. Lo scrittore della recensione, infatti, usa il primo riempitivo e in modo da far capire al lettore che ha ancora altre informazioni da dare che

sono pertinenti. Tale riempitivo viene quindi usato essenzialmente per mantenere la parola.

L’altro riempitivo vabbè, invece, esprime molto chiaramente l’attitudine del recensore per esprimere che quello che sta per dire non è una cosa positiva. In questo caso,

quindi, vabbè assume anche una sfumatura sarcastica.

(47) E vabbè, 20€ pagati extra per il parcheggio di una notte e a mai più rivederci!

(esempio tratto da MI08)

2

55 In (48), invece, sembra che il riempitivo diciamo venga usato perché il recensore sta cercando le parole idonee per esprimere la sua opinione sull’albergo. Visto che si tratta di una recensione di TripAdvisor, e quindi di un testo scritto, diciamo è una parola superflua, chiara manifestazione di un tratto del parlato nella lingua scritta. Il recensore, infatti, ha tutto il tempo di pensar adeguatamente a cosa dire prima di scrivere, ma, nonostante questo, non lo fa. Ciò che precede la parola diciamo è l’interiezione beh, che svolge la funzione di riempitivo o di presa di turno con il significato di che dire. Nel contesto in (48), sembra che entrambi i SD vengano usati in modo da esprimere un’attitudine negativa nei

55 In (48), invece, sembra che il riempitivo diciamo venga usato perché il recensore sta cercando le parole idonee per esprimere la sua opinione sull’albergo. Visto che si tratta di una recensione di TripAdvisor, e quindi di un testo scritto, diciamo è una parola superflua, chiara manifestazione di un tratto del parlato nella lingua scritta. Il recensore, infatti, ha tutto il tempo di pensar adeguatamente a cosa dire prima di scrivere, ma, nonostante questo, non lo fa. Ciò che precede la parola diciamo è l’interiezione beh, che svolge la funzione di riempitivo o di presa di turno con il significato di che dire. Nel contesto in (48), sembra che entrambi i SD vengano usati in modo da esprimere un’attitudine negativa nei