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De afdruk van het Italische stempel. De literaire kritiek van Vincenzo Gioberti en de wording van de nationale literatuurgeschiedenis - RIASSUNTO E CONCLUSIONI

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De afdruk van het Italische stempel. De literaire kritiek van Vincenzo Gioberti en

de wording van de nationale literatuurgeschiedenis

Sosef, W.C.J.

Publication date

2002

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Citation for published version (APA):

Sosef, W. C. J. (2002). De afdruk van het Italische stempel. De literaire kritiek van Vincenzo

Gioberti en de wording van de nationale literatuurgeschiedenis. Eigen Beheer.

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RIASSUNTOO E CONCLUSIONI

Nellaa presente dissertazione esamino la posizione di Vincenzo Gioberti (1801-1852) riguardoriguardo alia storia letteraria italiana e la ricezione dei suoi giudizi negli ultimi due secoli

Ill primo capitolo tratta la problematica della storiografia letteraria del primo Ottocento,, la quale consisteva nelFordinamento e nella selezione della grande quantita di datii disponibili(autori e opere). In essa si possono distinguere tre tipi di problemi: 1'inserimentoo delFerudizione in una filosofia, la definizione di "letteratura italiana", la "struttura"" della storia letteraria. Un esempio interessante di approccio filosofico lo troviamoo nelle considerazioni di Francesco Saverio Salfi sulle qualita del "genio" o caratteree italiano. L'argomento del genio porta direttamente all'ideologia di Gioberti, che vertee infatti sul concetto di genio nazionale. Anche Tidea di "letteratura come espressione dellaa societa", sostenuta dai critici romantici (Foscolo, Ginguené, Sismondi), si riscontra nell punto di vista di Gioberti.

Laa questione della definizione di "letteratura italiana" comprende problemi cronologici,, geografïci, linguistici e contenutistici. Per fame un esempio: per Tiraboschi lala letteratura italiana ha inizio mille anni prima deU'anno stabilito da Corniani. Un altro criterioo riguarda il quesito se la letteratura latina umanista si possa annoverare fra Ie opere dellaa letteratura italiana. La posizione di Gioberti in ambedue i casi è restrittiva: egli ritienee che di letteratura italiana non si puö parlare prima del 1200, e che essa comprende soloo Ie opere in italiano.

Nelloo stesso contesto si pone anche la domanda sulla storia letteraria "nazionale". Benchéé questa fiorisse proprio nell'Ottocento, era pur sempre accompagnata da una storiografiaa letteraria di tendenza piü "cosmopolita", la cui immagine ideale fu disegnata daa Mazzini. Secondo Gioberti la letteratura nazionale italiana ha anche una componente universale,, che è collegata direttamente all'ambito universale della chiesa cattolica, la cui propriaa sede si trova in Italia.

Ill tema "struttura" comprende Ie ovvie questioni della periodizzazione e della

ripartizioneripartizione della letteratura per "generi". Piü specifico è il secolare tema della "origine", dellaa "fioritura", della "decadenza". Fin dai tempi di Tiraboschi si discute soprattutto del

"perché"" della decadenza: ei si chiede se la causa sia piuttosto di ordine "morale" o "fisico".. Si discute anche deirargomento del "buon gusto". Il tema della decadenza è particolarmentee importante nell'opera di Gioberti. La sua posizione non è univoca: egli pariaa ora di cause "oggettive", ora di cause "soggettive". Salfi si fa avanti di nuovo con unaa concezione originale, secondo la quale la decadenza secentesca, detestata da tutti, non

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èè decadenza bensï "rinnovamento". Nel caso di Gioberti, uomo della tradizione, questa ideaa non riceve attenzione.

Ill secondo capitolo della tesi si apre con un abbozzo dell'ambiente intellettuale che contribuïï alia formazione di Gioberti e che possibilmente gli suggeri delle idee per il proprioo sistema filosofico. Nel paragrafo dedicate alia coscienza cosmopolita e nazionale sii discutono successivamente: 1'idea di "nazione" e Ie idee affmi di genio nazionale e di

nazionalita;nazionalita; 1'idea di "primato" con la sua storia e con qualche esempio di elaborazione

poëtica;; Ie idee sullo sviluppo storico e sul "progresso", con il molo importante di Vico; Iee concezioni sulla funzione dello scrittore. In tutti questi campi risulta che Gioberti non fuu "originale". Gli si puö invece riconoscere una certa originalita nella convinzione con cuii fonde Ie idee recepite da altri nella propria "ideologia nazionale". Questa era alimentataa daH'ambizione di abbattere regemonia intellettuale e culturale francese. L'ideologiaa di Gioberti era fondata sulla convinzione che nel quadro di uno sviluppo storicoo grandioso la nazione italiana, ispirata da una coscienza nazionale a cui contribuivanoo anche gli scrittori e i poeti, fosse chiamata ad esercitare il primato morale ee civile sulle altre nazioni.

Ill ruolo di Vico merita un'attenzione speciale, perché è stato Vico a piasmare 1'idea deir"anticaa sapienza italica" quale fondamento dell'intera civilta occidentale. Inoltre, Vico inaugurö,, nell'ambito della storia culturale e letteraria italiana, la tradizione secondo cui 1'Italiaa si distingue da tutte Ie altre nazioni per la propria filosofia, la propria letteratura ee la propria arte. In questa tradizione Gioberti, cosï come Cuoco, costituisce un anello essenziale. .

Chee la "tradizione vichiana" abbia anche importanza per la storia letteraria si puö evidenziaree in due maniere. Prima di tutto, all'inizio del Settecento, fu Vico a realizzare lala "riscoperta di Dante", il quale era considerate "il fondatore della letteratura italiana" anchee da Gioberti. In secondo luogo la coscienza nazionale, svegliata dall'opera di Vico, fuu recepita dal movimento nazionale del primo Ottocento, con ciö influendo sull'evoluzionee della storia letteraria nazionale.

Nell terzo capitolo espongo 1'"ideologia nazionale" di Gioberti tramite i concetti centralii di genio nazionale e stampa italica. Le definizioni giobertiane del carattere nazionalee italiano non sempre si rivelano chiare. Per quanto riguarda 1'"origine" di tale caratteree Gioberti ora elenca dei fattori etnici, religiosi o linguistici, ora dei fattori piuttostoo geografici, quali il "sito" o il "clima". Anche quando Gioberti definisce il "contenuto"" del carattere nazionale non è sempre coerente. Le caratteristiche che dovrebberoo distinguere la letteratura italiana da altre letterature, vale a dire "limpidezza", "virilita",, "bilanciamento", risultano nella pratica della critica giobertiana non sempre valide.. Questo si manifesta specialmente nel caso dell'autore seicentesco Giambattista Marino,, che gia fa parte del periodo della "decadenza".

Lee considerazioni di Gioberti sul romanticismo sono un esempio di "applicazione" dellaa sua ideologia nazionale, nonostante il fatto che anche in questo caso il ragionamento dii Gioberti non sia coerente. La letteratura romantica è caratterizzata dal fatto di essere

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unn prodotto del genio nationale, mentre la letteratura classicistica è una "imitazione" delle letteree classiche — almeno, cosï si esprime Gioberti nelle opere giovanili. In un secondo tempoo — e piü precisamente nel Primato — Fatteggiamento di Gioberti nei confironti dellaa corrente romantica si rivela piü riservato. Egli rimprovera allora ai romantici che sottoo gli influssi degli inglesi e dei tedeschi si lasciano fuorviare dalla propria strada "nazionale". .

L'applicazionee dell'ideologia giobertiana alle sue esposizioni storico-letterarie si manifestaa soprattutto nella sua interpretazione di Dante e la sua Commedia. Gioberti proiettaa tutto ciö che è rappresentato da genio nazionale e stampa italica su Dante, il fondatoree della nazione e della lingua italiana. Nell'opera di Dante il carattere nazionale trovaa la sua manifestazione piü completa. Dante rappresenta la norma della letteratura italiana,, e in questo modo la rinascita dopo il periodo della decadenza presuppone necessariamentee un "ritorno a Dante". Inoltre, nella qualificazione di Dante quale fondatoree non solo della letteratura italiana ma dell'intera letteratura europea si esprime 1'elementoo cattolico e cosmopolita.

Chee il concetto di "stampa italica" non abbia un contenuto fisso si manifesta chiaramentee quando Gioberti lo applica su autori tanto diversi fra di loro quali Dante, Ariostoo e Leopardi. Qui l'applicazione sembra avere soprattutto una funzione panegirica, ee non tanto contenutistica.

Ill concetto di "letteratura nazionale-popolare" è importante in quanto Gioberti nel

Rinnovamento,Rinnovamento, commentando un brano di Leopardi, alza il metro ancor piü che nelle opere

precedenti.. Anche se in questo caso si tratta soltanto della prosa italiana, il giudizio di Giobertii sulla storia letteraria non per questo risulta meno critico. Nel caso concreto pero paree che Gioberti si lasci guidare piü da considerazioni estetiche che ideologiche.

Lee stesse caratteristiche che valgono per la letteratura valgono per la lingua. Ad esempio:: "limpidezza" e "precisione" sono le qualita che distinguono la lingua italiana dallee altre lingue. Per Gioberti 1'italiano letterario ideale è rappresentato dalla "prosa eloquente",, il cui modello oltre a Paolo Sarpi, Tautore dell'Istoria del Concilio Tridentino. èè soprattutto Machiavelli, con il suo stile non-retorico. Cos! almeno in teoria, perché standoo alia prosa eloquente dello stesso Gioberti in fondo predomina la retorica.

Unaa visione particolare sull'"autore" prende forma nel concetto giobertiano di

scrittorescrittore ideale, che indica lo scrittore che nelle sue opere si lascia guidare da una "idea"

dii ordine nazionale o religioso.

III capitolo termina con un abbozzo di una storia letteraria di stampo giobertiano, strutturataa dai concetti di fioritura, decadenza e risorgimento, applicati a tre periodi rappresentatii rispettivamente da Dante, Metastasio e Alfieri. Si puö parlare di decadenza giaa fin da Petrarca, ritenuto responsabile deH'"impoverimento" dell'italiano che in Dante eraa ancora tanto ricco. La posizione di Ariosto è ambigua: da una parte il poeta

rinascimentalerinascimentale viene esaltato da Gioberti per la "stampa italica" dell' Orlando furioso, dall'altraa è presentato quale esempio della perdita deH'"Idea" cristiana. La decadenza della

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politicaa e religiosa. A partire da Alfieri la curva nuovamente risale, grazie al benedetto "ritornoo a Dante". Come lo stesso Dante anche Leopardi viene annoverato fra i poeti "scultori",, proprio per la sua lingua "naturale" e "semplice". In questo giudizio si manifestee ancora il rifiuto giobertiano del romanticismo.

L'analisii delFideologia nazionale di Gioberti porta alia conclusione che essa soffre dii ambiguita e che ha piuttosto una funzione strumentale, vale a dire Fesaltazione della letteraturaa italiana quale una letteratura che possiede una peculiare combinazione di qualita. .

Nell quarto capitolo si discute la ricezione dell'ideologia nazionale di Gioberti nella storiografïaa letteraria italiana degli ultimi centocinquant'anni. Successivamente vengono presentati:: i manuali di Emiliani Giudici, Cantü e Settembrini, Ie Lezioni e la Storia della

letteraturaletteratura italiana di De Sanctis, i vari discorsi di Carducci, una selezione di storie

letterariee novecentesche, da Rossi a Asor Rosa. Dalla ricerca risulta che il tema nazionale èè stato una costante nella storiografïa letteraria, ma non possiamo stabilire in quale misura Finflussoo di Gioberti sia stato determinante. Una ricezione piü evidente si nota nell'opera dii De Sanctis, e ancora piü esplicitamente nell'opera di Carducci. Nelle storie letterarie pubblicatee dopo il canone di autori, stabilito da Gioberti, è stato mantenuto — anche per quantoo riguarda la posizione esimia di Dante. Nella qualificazione di opere e autori perö lala terminologia di italianita e stampa italica non viene piü rispettata.

Nell campo della critica letteraria il risultato è un po' diverso. Il giudizio sulle considerazionii giobertiane sia di Croce che di Gentile è positivo, nonostante Ie riserve fondamentalii di Croce verso la filosofia giobertiana. Gramsci è un chiaro esempio di ricezionericezione giobertiana, anche se il suo ruolo si restringe al contributo di Gioberti alla teoria dellaa letteratura nazionale-popolare. Nella critica filologica (Calcaterra, Sgroi, Wellek, Foti)) si paria di Gioberti con grande stima.

Nellee ultime pagine del capitolo si discutono due iniziative asorrosiane: Scrittori

ee popoio, il rinomato saggio sulla letteratura populista italiana, e la monumentale

LetteraturaLetteratura italiana. Cos! come 1'opera di Gramsci, anche il saggio di Asor Rosa puö

considerarsii come una pietra miliare nella ricezione di Gioberti, benché anche Asor Rosa prestii un'attenzione piü specifica solamente al tema della letteratura nazionale popolare ee non agli studi storico-letterari di Gioberti. L'opera collettiva Letteratura italiana, che nonn vuol essere una storia letteraria (anche se i due volumi di 'Opere' sembrano essere unaa concessione al genere tradizionale), ha conservato il retaggio giobertiano soltanto in alcunii saggi di carattere storico, che vertono fra 1'altro sui concetti di "italianita" e "primato". .

Tirandoo Ie somme direi che nell'evoluzione del genere di storia letteraria nazionale ill ruolo di Vincenzo Gioberti è stato quello di destare 1'attenzione per i problemi di caratteree ideologico e filosofico. Nelle considerazioni di Gioberti una tale attenzione si concretizzanell complesso concettuale di genio nazionale, italianita e stampa italica. Nella

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praticaa della critica perö i giudizi di Gioberti si rivelano guidati da considerazioni di ordinee piuttosto estetico. Sono queste Ie considerazioni che predominano nella ricezione, mentree i criteri "ideologici" vengono relegati in secondo piano. Questi criteri, che svolgonoo pur sempre un ruolo importante nella storiografia letteraria, fünzioneranno anche inn una storia letteraria soprannazionale, europea o universale?

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Referenties

GERELATEERDE DOCUMENTEN

UvA-DARE is a service provided by the library of the University of Amsterdam (http s ://dare.uva.nl) UvA-DARE (Digital Academic Repository).. Disputing about taste: Practices

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